Applausi e risate alla proiezione per la stampa. Sulle polemiche che inseguono Moretti e Caos calmo alla 58a Berlinale, vince per ora la reazione dei giornalisti internazionali. In attesa della conferenza, a salutare l'unico vero italiano in concorso è la calorosa accoglienza alla proiezione ufficiale. In un festival da questo punto di vista finora poco generoso, fanno ben sperare gli applausi sui titoli di coda e i tanti momenti di ilarità che li hanno preceduti in sala. "Sono molto contento e per tanti motivi - commenta Nanni Moretti -. Essere qui da attore invece che da regista, mi gratifica e solleva allo stesso tempo da molto stress. A Berlino sono però anche in veste di direttore del festival di Torino e di distributore. Tanti ruoli che mi piace ricoprire insieme, soprattutto in un festival come questo, di cui conservo un ottimo ricordo. E' qui che ho infatti ottenuto il mio primo successo internazionale, vincendo l'Orso d'Argento con La messa è finita". Non basta però neanche l'ottimismo di Moretti a evitare il polverone suscitato dalle polemiche, che si sono ieri abbattute sul film di Antonello Grimaldi. Più che l'attacco in sé, a indignarlo sembrano però essere le spropositate reazioni che ha sollevato. Quando parla di loro, Moretti è un fiume in piena: "Due sono i problemi: il giornalismo che gonfia ed esaspera le notizie e i politici deboli, indifesi e impauriti, che invece di ignorare queste dichiarazioni, non fanno che agitarsi". Idee chiare e nervi a fior di pelle, Moretti sembra scottato soprattutto dall'intrusione della stampa nella sua sfera privata: "I giornalisti, ormai, non si accontentano più della notizia in sé, ma devono per forza inseguire il regista, l'attore, il produttore. Siccome noi ieri non volevamo replicare, sono andati a rompere le scatole addirittura a mia madre. Ma porca miseria, non vi rendete conto di che cosa siete diventati?". Sbollita la rabbia, il Moretti direttore parla poi del "suo" festival e del debito che ha nei confronti della Berlinale: "E' una manifestazione che mi piace anche in relazione agli spettatori. Come Torino ha un pubblico vero, che manca invece a Venezia e Cannes. Alla prossima edizione stiamo iniziando a lavorare adesso. Due retrospettive sono già state decise, ma ancora non voglio anticipare niente". Un ultimo commento, il poliedrico genio di Ecce bombo lo riserva infine all'iniziativa di Locarno, che in estate gli dedicherà una retrospettiva: "Mi fa piacere, soprattutto perché sarà accompagnata da un libro dei "Cahiers du Cinema". Non so però quanto ci sia da scoprire sul mio lavoro, perché ho fatto davvero pochi film. Sarà in ogni caso un'esperienza nuova, perché dopo essere stato a Locarno da regista, giurato e semplice spettatore, questa volta ci andrò da da "regista del passato".