"A volte mi svegliavo di notte e gridavo: motore!". E' una vera e propria passione quella che riporta sul set Giuliano Montaldo. A quasi 77 anni, e ormai 18 dal suo ultimo film, il regista genovese di Sacco e Vanzetti e Kapò, torna a girare per raccontare un episodio della vita di Dostoevskij. Al centro del suo San Pietroburgo, questo il titolo provvisorio del progetto al ciak da metà febbraio, è in particolare il momento in cui il celebre scrittore russo di Delitto e castigo viene a conoscenza di una cospirazione nichilista per eliminare un membro della famiglia imperiale. "Volevo fortemente questo film - racconta Montaldo -. Nel frattempo ho provato anche a presentare altri progetti, ma in fondo facevo sempre in modo che venissero rifiutati. La verità è che l'unico che sentivo di fare davvero era soltanto questo. Una storia che mi ha emozionato tantissimo e che alla fine ha conquistato tutta la troupe e il cast". Accanto a Miki Manojlovic, che interpreterà Dostoevskij, compaiono nel film anche Roberto Herlitzka, Anita Caprioli e la new entry del prossimo Notte prima degli esami oggi, Carolina Crescentini.
Le riprese del film, che dovrebbero concludersi entro la fine di aprile, avranno luogo principalmente a Torino. Montaldo, che parla di un'uscita per il settembre del 2007, non esclude però alcuni ciak addirittura a San Pietroburgo. Il film, tratto da un romanzo di Paolo Serbandini, che lo ha anche sceneggiato insieme a Monica Capelli e allo stesso Montaldo, contiene in nuce tutti i temi da sempre cari al regista. Dall'opposizione violenta a una causa, che lo porta a considerare i nichilisti russi come antesignani dei terroristi di oggi al tormento delle scelte e la resa dei conti col passato, San Pietroburgo appare quindi richiamarsi alle due principali direttrici della sua carriera: da un lato parlare del passato per denunciarne la collusione con il presente, dall'altro radiografare il tormento di un'anima.L'ultima volta al cinema di Giuliano Montaldo risale ormai a Tempo di uccidere, del 1989. A quell'amaro ritratto di un soldato italiano di stanza in Etiopia seguono anni di inattività cinematografica. Poi l'incursione nella lirica, di cui ricordiamo fra l'altro Il Trovatore con Pavarotti nel '90 e La Boheme con Placido Domingo nel '94, e la presidenza di RaiCinema dal 1999 al 2003.