Grecia, giorni nostri. Gli equilibri di una famiglia apparentemente ordinata vengano sconvolti dal suicidio della piccola Angeliki, che nel giorno del suo undicesimo compleanno si getta dal balcone. Gradualmente i segreti più oscuri vengono svelati, e i membri della famiglia sono costretti a fronteggiare la raggelante realtà che per molto tempo hanno cercato di nascondere. E' Miss Violence di Alexandros Avranas, il titolo “shock” di Venezia 70, che lo ha premiato con il Leone d'Argento alla regia e la Coppia Volpi per la migliore interpretazione maschile, assegnata a Themis Panou: “Se non fossi stato in grado di riconoscere la violenza che mi porto dentro, che ognuno di noi come essere umano si porta dentro – dice l'attore, a Roma con il cast per la promozione del film - non sarei stato in grado di calarmi nella parte. Come uomo devo accettare di avere dei momenti violenti che esprimo, con i gesti, o magari solamente con i pensieri. Quante volte sentiamo l'impulso anche solo di sbattere una mano sul tavolo, e poi non lo facciamo?”. Eleni Roussinou, che interpreta la figlia succube del padre, ha impostato la sua recitazione in maniera analoga: “Inizialmente non capivo perché il mio personaggio non reagisse a tutte le atrocità che le vengono inflitte. Poi mi sono resa conto che il mio era un modo troppo egoista di pensare. Io stessa ogni giorno subisco tante piccole angherie alle quali non mi oppongo. Figuriamoci quindi cosa potrebbe fare una persona immersa in un orrore così grande!”.
”Era molto importante che dalla prima occhiata sembrassero tutti una vera e propria famiglia. Per questo abbiamo fatto le prove di recitazione in casa, davanti alla camera» ha spiegato il regista, Alexandros Avranas, nato nel 1977 a Larissa. Miss Violence è il suo secondo lungometraggio dopo il pluripremiato Without. Ma come si è regolato il regista con gli attori bambini? Erano consapevoli di recitare in un'opera tanto cruda? “Nel film sono sincero e onesto. Così mi sono comportato anche con i bambini che recitano in Miss Violence e le loro famiglie. I piccoli hanno capito, e hanno deciso di partecipare al progetto, sperando che in questo modo potessero dare voce ai bimbi che hanno vissuto realmente situazioni così raccapriccianti”.
Per quanto riguarda lo stile registico, Avranas ha dovuto compiere una scelta: “Per portare sullo schermo una storia simile, avrei potuto seguire due strade: fare un film pieno di dialoghi, o con una messa in scena fredda e silenziosa, lavorando di sottrazione. Ho optato per la seconda soluzione, il che mi ha permesso di adottare una regia geometrica e molto forte, che si rispecchia nel leitmotiv delle porte chiuse. Ci sono molti modi per riprendere gli attori al cinema: uno di questi è non inquadrare l'azione, ma porre l'accento sulla reazione dei personaggi. Questo nel film è stato molto importante per ciò che riguarda la figura del padre: anche quando non lo si vede in scena, si avverte sempre la sua presenza”.
Miss Violence, uscirà il 31 ottobre nelle sale italiane. Ruggero Dipaola, socio fondatore della Eyemoon Pictures che distribuisce il film nel nostro paese, spiega la strategia di presentazione al pubblico italiano: “Abbiamo intenzione di partire con un numero di copie limitato, con la speranza di allargarci. Nel cinema di qualità non si può partire con più di 80 copie. Il film, poi, non racconta solo un intreccio torbido. Noi abbiamo letto molti altri livelli. Si tratta di un'opera completa, potente, straordinaria. Non per niente lo abbiamo comprato prima ancora che venisse premiato a Venezia». E un po' d'Italia è presente nel film: in una scena abbastanza cruda i personaggi ballano sulle note della canzone "L'Italiano" di Toto Cotugno. «È stato un pezzo di grande successo in Grecia - ha spiegato Avranas - Era però la canzone ballata dalle persone che in questo momento stanno distruggendo il nostro paese».
Per il regista, il film «non è solo la storia di una famiglia: quando ho iniziato a pensarlo, nel 2010, volevo raccontare la situazione della Grecia e dell'Europa in quel periodo. Per questo Miss Violence secondo me ha un valore politico, a prescindere dalla storia raccontata». “Mi sono ispirato a un fatto realmente accaduto in Germania - ha continuato Alexandros Avranas - Non lascio mai la società fuori dai miei film.”