"Povia chi?". A una domanda risponde con un'altra domanda Gus Van Sant. L'effetto è forte, più di qualsiasi possibile risposta. Il regista americano, in Italia per presentare Milk - biopic sul primo politico gay americano, nelle nostre sale venerdì distribuito da Bim in 180 copie - liquida così la polemica sul giovane interprete che a Sanremo presenterà una canzone sull'omosessualità trattata al pari di una malattia. "Era una storia importante - taglia corto Van Sant - su un personaggio straordinario. Valeva la pena raccontarla". Otto anni nella vita di Harvey Milk, da giovane attivista a favore delle minoranze gay, all'elezione a consigliere comunale nella città di San Francisco fino al barbaro omicidio per mano di un politco omofobico e razzista. Protagonista Sean Penn, già candidato ai Golden Globes per la migliore interpretazione maschile e in piena corsa per gli Oscar: "Mi diverte mescolare le carte, - dichiara il regista - lavorare su un mito come Sean Penn e ribaltarlo. E' vero - aggiunge poi -, suo figlio è rimasto infastidito per il fatto di vedere il padre baciare un altro uomo, mentre per sua figlia e' stato diverso". Scene che son costate al film il divieto ai minori di 17 anni in America: "Non mi meraviglia troppo. Siamo pur sempre un popolo di puritani. Ma la cosa più bizzarra è che negli Usa il film ha avuto molto più successo nelle zone omofobe". La militanza politica a favore delle minoranze di Harvey Milk ha spinto qualcuno a fare paragoni con l'impegno del neo-presidete degli Stati Uniti Barack Obama, ma "Harvey Milk veniva dalla strada - sottolinea Van Sant - mentre Barack Obama da un contesto politico solido. Entrambi però portano avanti i diritti delle minoranze". Nel cast del film, oltre a Sean Penn, Emile Hirsch, Josh Brolin e James Franco.