Si è chiuso ieri sera il Milano Film Festival. La giuria, composta da Mimi Chakarova, fotografa e regista, Andrea Fornasiero, giornalista, Gustav Hofer, regista di Improvvisamente l'inverno scorso e il cineasta rumeno Adrian Sitaru, ha assegnato il Premio miglior lungometraggio (5.000 Euro) a China Heavyweight di Yung Chang. “Per la sua narrazione avvincente che ridefinisce il concetto di ciò che significa perdere, utilizzando lo sport del pugilato come veicolo per rivelare una verità più grande sulla crescita e le aspirazioni di un individuo”. Coproduzione Cina-Canada, racconta con un occhio a metà tra oriente e occidente, a metà tra fiction e documentario, i cambiamenti in atto nel grande paese asiatico. Il regista ringrazia con un video messaggio in italiano: “Mi sono ispirato a Rocco e i suoi fratelli e a Ladri di biciclette. Bisogna credere nella cultura in questi tempi di crisi. Festeggerò con una bottiglia di Moscato”.  
Tra gli altri premi: Menzione speciale concorso lungometraggi a Everybody in our family del rumeno Radu Jude; Premio miglior cortometraggio Notre corps est une arme: Prisons di Clarisse Hahn (Francia); Premio Aprile Bake a Cake di Aliocha (Francia); Menzioni speciali Premio Aprile a Il n'y a pas de rapport sexuel di Raphael Siboni (Francia) e Fireworks di Giacomo Abbruzzese (Francia/Italia) ambientato a Taranto, protagonista l'Ilva; Premio del pubblico al corto L'esecuzione di Enrico Iannaccone; Premio Air Dolomiti e Aereoporto di Monaco - Cinema in un ambiente diverso a Valley of Saints di Musa Syeed (India/Usa); Premio Colpe di Stato - promosso da Feltrinelli Real Cinema, We are Legion: The story of the hacktivists (Usa); Premio della Giuria degli studenti, Tiens moi droite di Zoé Chantre.
Nei due giorni precedenti però non sono mancate le proiezioni. Spazio all'inchiesta italiana con due documentari che affrontano due diversi casi politici internazionali al centro della cronaca giudiziaria dell'ultima settimana. Il Giudice e il segreto di stato sulla vicenda Abu Omar, Imam di Milano, del regista Bruno Oliviero, napoletano trapiantato a Milano dove ad agosto a girato La variabile umana. A presentarlo i protagonisti della vicenda, il pm Armando Spataro e il giudice Oscar Magi. E ancora il toccante Vik Utopia. L'omicidio di Vittorio Arrigoni di Anna Maria Selini, in trattative d'acquisto con la Rai, sull'uccisione a Gaza del volontario italiano e corrispondente dai territori occupati per “il Manifesto” durante l'operazione Piombo Fuso.
Sabato a pranzo con Kubrick insieme a Emilio D'Alessandro, assistente per trent'anni del regista di Eyes wide Shut, che ha scritto Stanley Kubrick e me (Il saggiatore), ritratto inedito di un genio ribelle gentile, perfezionista e grande amante degli animali. Di seguito, un viaggio nella Room 237 di Rodney Ascher, visionario e ironico doc in cui si cercano possibili, e impossibili, significati e scenari nascosti nel capolavoro Shining. Dopo cena, il grande successo al Festival di Rotterdam 2012, in anteprima nazionale, La Leggenda di Kaspar Hauser diretto da Davide Manuli e interpretato da Vincent Gallo, Claudia Gerini, Elisa Sednaoui, Fabrizio Gifuni e Silvia Calderoni e con la musica di Vitalic, che uscirà nel 2013 distribuito da Iris Film.
I curatori Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini, chiudono la XVII° edizione con una speranza, vedere realizzato un progetto ambizionso e innovativo, “un Film Network tra i festival milanesi che permetta uno scambio costante tra i festivals, perchè l'unione potrebbe fare la forza”. E verrebbe da dire “che la forza sia con voi!”.