In attesa dell’uscita nei cinema, il Michelangelo di Andrei Konchalovsky torna a Carrara: una selezione di elementi scenici de IL PECCATO verranno esposti dal 2 giugno al CARMI, Museo Carrara e Michelangelo a Villa Fabbricotti,  per svelare in anteprima la grandiosità del mondo ricreato dal maestro Konchalovsky nel suo kolossal d’autore su Michelangelo.

La nuova sede museale ospiterà alcuni dei costumi creati per il film insieme ad oggetti di scena: gli attrezzi da lavoro che l’uomo a quattro anime fabbricava da sé e che sono stati disegnati, progettati e realizzati artigianalmente perché avessero un aspetto autenticamente grezzo. Faranno da corredo 18 immagini di backstage – tratte dall’ampio reportage fotografico che il celebre fotografo russo Sasha Gusov ha realizzato durante le riprese.

Prodotto da Andrei Konchalovsky Studios e Jean Vigo Italia con Rai Cinema, con il contributo dell’imprenditore russo e mecenate Alisher Usmanov, produttore  generale, IL PECCATO è una co-produzione russo-italiana ad alto budget che segna un passo importante nella collaborazione artistica fra i due paesi. Per le riprese in cava la produzione si è inoltre avvalsa del sostegno di Henraux spa.

Konchalovsky ha sempre sostenuto che i protagonisti del film fossero due, “Michelangelo e gli uomini di Carrara, che hanno esattamente la stessa importanza e la stessa dignità”. E quindi per le numerose scene in cava, ha cercato proprio fra la gente di Carrara attori e figuranti che  quelle montagne le vivevano per davvero, che avessero il marmo nel sangue e la cava nel volto.  D’altra parte, il Marmo ha un posto speciale nella storia visto che per il regista il cuore del film era proprio il “senso di Michelangelo per il marmo”, il rapporto dell’artista con la materia.

Recentemente nominato Cavaliere della Repubblica Italiana dal presidente Sergio Mattarella, Andrei Konchalovsky -  che ha firmato anche la sceneggiatura del film - ripercorre alcuni dei momenti della vita di Michelangelo, fuori dai canoni del biopic vero e proprio, rivelando l’ umanità più profonda del genio del Rinascimento, con lo sguardo originale ed il talento immaginifico che connota le opere del grande regista, Leone d’Argento a Venezia nel 2014 con “Le notti bianche del postino” e nel 2016 con “Paradise”.

 “Quello che vorrei trasmettere non è solo l’essenza della figura di Michelangelo, ma anche sapori e odori di quell’epoca carica di ispirazione e bellezza, ma anche di momenti sanguinosi e spietati” - ha sottolineato Konchalovsky - “E quello che mi ha spinto è stata la voglia di raccontare al mondo, e ai giovani di oggi che hanno la memoria corta, la grandezza della figura di Michelangelo”.