Difficile a credersi, ma l'ispirazione per il suo A Long and Happy Life! in corsa per l'Orso D'Oro alla 63. Berlinale, il cineasta russo Boris Khlebnikov l'ha presa da un film di Hollywood del 1952 con Gary Cooper e Grace Kelly. In ogni caso, A Long and Happy Life! è la conclusione di una trilogia di Khlebnikov, iniziata con Free Floating e Help Gone Mad, sulla inevitabilità delle scelte. La fonte, dicevamo, è Mezzogiorno di Fuoco.
Khlebnikov, come quel capolavoro western, mette al centro del suo racconto il conflitto che emerge – sempre -, tra il sogno di una vita lunga e felice, e il sogno della libertà, dell'indipendenza e soprattutto della scelta giusta da fare.
Boris Khlebnikov segue Sasha, un giovane della borghesia cittadina russa, trasformato per il tempo di un progetto agricolo in contadino. Sullo sfondo l'immane Stato Russo, immobile motore di movimenti tettonici impercettibili eppure ineluttabili. Anche l'agricoltura russa deve modernizzarsi. Il Diritto, invece, resta a guardare. Sasha decide di rinunciare al privilegio di una buonuscita ‘mafiosa', così il regista, per restare a fianco dei contadini, a difesa della loro terra. Il villaggio è sulla penisola di Kola, Russia settentrionale. Lì i coltivatori di patate coltivano come i loro frutti mille anni fa. “Le tecniche sono pressoché le stesse”. Il magnate del luogo vuole acquistare tutto e trasformare la penisola in progetto agricolo produttivo. L'appoggio delle autorità è totale. I guadagni, come è uso in Russia oggi, si dividono come ai tempi delle fattorie collettive. Ma solo tra i potenti, senza i contadini. “A Long And Happy Life!, rivela il regista, in origine doveva proprio essere un fedele remake di Mezzogiorno di Fuoco”. Poi Boris Khlebnikov e il suo sceneggiatore Alexander Rodionov, hanno capito, e deciso, che la storia si adattava benissimo alla realtà russa di oggi “in tutto identica a quella di un passato antico che in Russia non passa mai”. L'Epilogo è tragico. Anche Sasha è uno dei volti della Russia contemporanea. In mente ha il bene della comunità. E per sé ha in mente una long and happy life. Ma oggi, purtroppo, anche il sogno più semplice, in Russia, può essere scambiato per schizofrenia. Bella la prova di Khlebnikov. Ogni Paese, in ogni epoca ha la sua frontiera. A Ovest, come a Est. Ma la passione, l'orgoglio e le azioni irreversibili, restano le stesse.