(Cinematografo.it/Adnkronos) - Novantotto film tra lungometraggi, corti e documentari, 22 anteprime mondiali e 34 paesi coinvolti. Al via, dall'11 al 21 novembre, la XVI edizione del MedFilm Festival - Cinema del Mediterraneo, la più antica manifestazione cinematografica capitolina. Presentata al Palazzo dell'informazione dell'Adnkronos, la kermesse ha un cartellone interessante che, snodandosi tra l'Auditorium della Conciliazione e la Casa del Cinema si propone di aprire una importante finestra di dialogo interculturale tra l'Europa e il Mediterraneo attraverso il linguaggio universale del cinema.
"Siamo riusciti in un momento di crisi assoluta a fare un'edizione tra le piu' belle - ha detto il presidente della manifestazione Ginella Vocca - caratterizzata dalla altissima qualità dei film. Abbiamo cercato delle pellicole che raccontassero come l'Europa dialoghi col sud del Mediterraneo". Una possibilità che il cinema ha di raccontare senza censure le differenti realtà culturali. "Il cinema - ha sottolineato Vocca - ha la possibilità straordinaria di raccontare immagini, colori, suoni, culture, ed è importante sfruttare questa possibilità per creare una dinamica culturale. Un festival serve a questo".
La manifestazione ha selezionato tredici film in concorso ufficiale, opere di giovani talenti e grandi autori che raccontano il nostro tempo. La Spagna ed il Libano sono gli ospiti d'onore di questa XVI edizione, con eventi speciali, proiezioni ed omaggi dedicati ad entrambi i paesi. Nell'anno che celebra Istanbul come Capitale Europea della Cultura, una vetrina speciale è dedicata anche al cinema turco, che dal 2005 è presente al medFilm festival riconfermandosi tra i più interessanti dell'area mediterranea. "Questo festival è importante perché oggi il Mediterraneo torna ad essere in un certo senso il centro del mondo - ha sottolineato Marco Scurria, coordinatore P.P.E. della Commissione Cultura - come dimostrano le crisi, ma anche le speranze, i dialoghi, le trattative di questi mesi. Affrontarlo bene può determinare un miglioramento per tutto il mondo". La strada è lunga e i problemi da affrontare tanti, a partire da vicende come quelle di Sakineh. "La vicenda di Sakineh - ha proseguito Scurria - che poi è un simbolo della sofferenza di regime, e la data di oggi, 9 novembre ovvero la ricorrenza della caduta del muro di Berlino, ci ricordano che esistono ancora tanti muri da abbattere, e abbiamo ancora tanti simboli da innalzare per ritrovare la via della pace, dell'unità. E il cinema può fare tanto".