"Il cinema oggi è arretrato: rispetto all'uso della metafora, abbiamo fatto enormi passi indietro dai tempi di Lubitsch e Chaplin". Parola di Carlo Mazzacurati, protagonista con lo sceneggiatore Umberto Contarello di una lezione d'autore sul comico all'Alba International Film Festival. "Sia il Chaplin de Il grande dittatore che il Lubitsch di Vogliamo vivere! riuscirono a ironizzare su Hitler mentre era al potere, confermando la funzione civile del comico, che può essere un ceffone in faccia all'ingiustizia. Oggi questa capacità si è persa", punta il dito il regista de La giusta distanza.
Quali le cause? "Nel nostro Paese - prosegue Mazzacurati - il degrado del cinema italiano medio va fatto risalire agli anni '60, quando i produttori misero sotto contratto gli attori, affidando loro pure la regia. Oggi la situazione non è cambiata: il cinema natalizio, che costringe a priori alla risata, mi fa malinconia, per il degrado che testimonia". Sulla stessa lunghezza d'onda, Umberto Contarello, fedele collaboratore di Mazzacurati e sceneggiatore per, tra gli altri, Amelio, Salvatores, Placido e Francesca Comencini: "Di fronte a un film di Natale, passo per varie emozioni, fino a desiderare il suicidio...".
Viceversa, per Mazzacurati oggi il comico autentico va ricercato nel cinema di Kaurismaki o nella televisione inglese (consiglia Little Britain su Mtv, NdR), mentre per Contarello "il comico rappresenta l'esperienza umana più intima, ancor più del dolore".
A dividere i due sono gli impegni che li attendono. Se Mazzacurati è in pausa creativa dopo La giusta distanza, Contarello è impegnato su un triplice fronte: sta scrivendo il nuovo film di Francesca Comencini, la sceneggiatura dell'opera prima di Francesco Lagi, che "sarà interpretata dal mio amico Silvio Orlando", e collaborando informalmente all'adattamento firmato da Francesca Archibugi del suo romanzo d'esordio, Una questione di cuore.