"Ho voluto raccontare il disagio di chi non riesce a vivere la propria età". Così Elisabetta Rocchetti sintetizza il senso del suo lungometraggio d'esordio, Diciottanni - Il mondo ai miei piedi, che Officine UBU distribuirà dal 29 aprile in sala. "Sia il protagonista che le donne del film - continua l'autrice - non riescono a relazionarsi in modo armonico con il tempo in cui vivono. Lui brucia le tappe troppo presto e si sente già adulto, loro non accettano il passare del tempo e cercano di esorcizzarlo attraverso la seduzione. Questi mondi si incontreranno, intrecciandosi in una spirale affettiva in cui l'erotismo e l'amore saranno confusi, al punto da scardinare gli equilibri emotivi di tutti". Il film racconta la storia di Ludovico (Marco Rulli), rimasto orfano da piccolo e cresciuto da uno zio tossicodipendente: non riuscendo a vivere serenamente la propria età, il ragazzo va in cerca dell'amore di donne più grandi per cercare di riempire il suo vuoto affettivo. "Questo è alla base dell'incomprensione che caratterizza i rapporti tra i personaggi. Il protagonista, spiega ancora Elisabetta Rocchetti, non avendo avuto una normale educazione sentimentale, conosce solo un'affettività istintiva e bulimica e il suo bisogno di amore non viene decodificato in modo appropriato. Allo stesso modo le donne del film sono accomunate da un sentimento di solitudine che cercano di colmare attraverso momenti di affettività fittizia. Questo film vuole essere un elogio della normalità, perché è attraverso la normalità che i personaggi si salvano e trovano la propria dimensione in maniera catartica".