"Vedendo il film in sala con voi, mi hanno molto incuriosito le vostre reazioni, in particolare i dissensi e il sarcasmo che s'è percepito". Esordisce così Citto Maselli dopo la proiezione di Cronache del terzo millennio (1996), proiettato nella Sala Rossellini per il quarto incontro di "Parole di Cinema" alla IX Edizione del Napoli Film Festival. "Il film nasce da una frase estrapolata da un editoriale di Luigi Pintor che raccontava le derive della globalizzazione preannunciando l'ondata di immigrazione verso l'Occidente ricco - spiega Maselli, sollecitato dai molti interventi in sala - e affermava che le cose sarebbero andate sempre peggio, finché la terra avrebbe tremato di nuovo sotto i nostri piedi". E ancora: "Credo che il film sia una grande metafora proprio sulla globalizzazione e sulla sinistra che una volta al potere non fa che replicare gli stessi meccanismi produttivi". Il dibattito s'accende, c'è chi legge il film in chiave antropologica, chi lo giudica troppo intellettualistico, chi ha apprezzato la messa in scena volutamente teatrale. "Furio Colombo, tra gli entusiasti del film, lo ha per esempio letto come un saggio socio-antropologico". E a chi ha trovato il film troppo pessimistico, Maselli risponde: "Ho cercato di non drammatizzare troppo, e dare un messaggio positivo, anche se problematico". Augusto Sainati ricuce la discussione, ricordando gli inizi della carriera di Maselli, a stretto contatto con Visconti e Antonioni. "Devo moltissimo a questi due maestri. Da Visconti in particolare ho sicuramente preso una certa nordica luteranità, che forse ben si può vedere anche in questo film". Il prossimo e conclusivo incontro con "Parole di Cinema" è previsto domani, 20 giugno, con il regista e presidente della giuria del Concorso di lungometraggi Europa, Mediterraneo, Pappi Corsicato e coincide con la chiusura di questa IX edizione del Festival: in ricordo di Dino Risi, la Sala Rossellini ospiterà alle 21.15 la proiezione de Il segno di Venere in versione restaurata.