"E' grave e incomprensibile questo scollamento tra la società civile e il cinema italiano. Abbiamo avuto 18 anni di terrorismo con più di 500 morti: una guerra, ma faccio fatica a contare quattro film sul tema. Abbiamo avuto Tangentopoli: è stato prodotto un film, passato nel silenzio". Non usa mezzi termini Renzo Martinelli, presente alla tavola rotonda "Cinema e paesaggio del Piemonte", organizzata a Stresa al Grinzane Cinema 2004, nel parlare del background ideologico dei suoi prossimi progetti cinematografici: Il mercante di pietre e Marco da Aviano. "Oggi - prosegue il regista - ci troviamo di fronte all'avanzata islamica, ma il nostro cinema fa come se nulla fosse: voglio dare una scossa a questa apatia, richiamando l'attenzione sulla nostra identità europea, che noi stessi sembriamo non voler difendere eliminando dalla Costituzione ogni riferimento alle radici cristiane". Entrambi i film "nascono dalla volontà di confrontarmi con il fenomeno devastante della penetrazione culturale e demografica dell'Islam in Europa: il cinema non può presentare soluzioni, ma è in grado di farci riflettere sul nostro presente, ovvero sui sommovimenti socio-politici in atto nel nostro continente, su quell'onda lunga della storia di cui ha parlato Braudel". Il mercante di pietre sarà realizzato dalla Martinelli Film Company in sinergia con Medusa: la sceneggiatura è firmata dal regista con Corrado Calabrò, a partire dal romanzo dello scrittore calabrese Ricorda di dimenticarla. La storia è un focus-on su una tendenza che Martinelli osserva con preoccupazione: la conversione all'Islam di molti cristiani, pronti - nel caso del protagonista del film - a trasformarsi in emiri bianchi, membri insospettabili di Al-Qaeda. Ufficialmente il protagonista del film (inizio riprese previsto per gennaio con gli interpreti principali inglesi) traffica pietre con l'Afghanistan e la Turchia, in realtà progetta un attentato con una bomba sporca sulla linea Londra-Le Havre. Dall'attualità agli antefatti di questo conflitto tra mondo islamico e Occidente: il protagonista del secondo progetto di Martinelli sarà Marco da Aviano, il frate cappuccino che l'11 settembre 1683 spezzò l'assedio di Vienna arrestando l'invasione turca. "Le donne italiane, senza di lui, oggi indosserebbero il burqa - dice il regista -. Giovanna d'Arco ha preso due città agli inglesi, ma i francesi, ben più sciovinisti di noi, l'hanno resa un personaggio immortale, noi invece abbiamo dimenticato un frate italiano che ha salvato l'Europa". Alla base della trasposizione cinematografica di questo "eroe dimenticato" un altro romanzo, Marco d'Europa (recentemente riedito da Mondatori con il titolo Il taumaturgo e l'imperatore) di Carlo Sgorlon: per fine anno sarà ultimata la sceneggiatura, scritta dal regista con Valerio Massimo Manfredi. Marco da Aviano è in fase di attivazione: Martinelli ha sottoposto il progetto a RaiCinema, chiedendo un contributo pari al 50% dell'investimento iniziale (35-40 milioni di euro). ma l'autore di Vajont punta a una co-produzione europea, con la partecipazione dell'Istituto Luce, di una società inglese e di privati.