Vincenzo Marra in chat dalla Mostra del Cinema di Venezia. Applaudito nella sezione Orizzonti del Festival con Vento di terra, il regista sarà oggi ospite alle 17.30 degli incontri con le star, curati da Cinematografo.it sul portale Lycos.it. Nel 1999 assistente di Marco Bechis per il suo celebre Garage Olimpo e di Mario Martone a teatro, Marra esordisce al cinema con Tornando a casa, vincitore a Venezia della Settimana della Critica nel 2001. Nello stesso anno firma anche E.A.M. - Estranei alla massa, un documentario sugli ultrà del Napoli. A due anni da allora, torna al Lido con un film-denuncia sul degrado della periferia partenopea."Si fa presto a dire libertà - racconta il regista -, in queste realtà diventa un concetto astratto". All'origine del film, spiega, c'è la volontà di dimostrare come, in assenza di certezze sociali e materiali, "basti poco a perdere le redini della propria vita". 
L'ambientazione nella periferia napoletana è dovuta proprio a questo: "Si tratta di una realtà drammatica e degradata - prosegue -  in cui la lotta per la sopravvivenza è all'ordine del giorno. In queste condizioni la libertà diventa relativa. Ogni scelta deve fare i conti con l'incertezza della quotidianità". 
Come già per Tornando a casa, anche in questo caso gran parte del cast è stato reclutato dalla strada. Protagonista della storia è Enzo, un diciottenne che vive nel quartiere di Secondigliano. Alla perdita del padre, per lui e per la famiglia inizia una disperata lotta per andare avanti. "E' un viaggio alla ricerca di un luogo e di una dimensione. La scelta più facile sarebbe la malavita, ma Enzo non vuole arrendersi a questa logica. Il triste paradosso del film è che la realtà è mille volte più amara". Niente spettacolarizzazione, però: "Nella rappresentazione della periferia - puntualizza Marra - ho cercato di mostrare un posto terribile e disperato, ma senza indugiare con morbosità sul degrado. Piuttosto ho provato ad entrare in questa dimensione, mostrandone anche gli aspetti più umani e più semplici". Prossimo impegno per il regista napoletano potrebbe essere il montaggio del materiale di recente girato in Palestina: "A luglio sono stato chiamato per tenere un corso di sceneggiatura a un gruppo di sedicenni di Ramallah - racconta Marra -. Ciascuno di loro ha scritto un cortometraggio e c'è già l'interessamento della BBC e Channel Four per acquistarne quattro". Ancora incerto se coordinerà i ragazzi anche nella regia, a Marra resta comunque un'esperienza straordinaria: "Ho vissuto realtà talmente forti ed estreme - spiega -, che ho avvertito la necessità di filmarle. L'ho fatto in modo molto personale, secondo gli stessi canoni a cui mi sono affidato per i miei passati documentari. Presto inizierò il montaggio del girato, poi si vedrà