Il seminario svoltosi oggi, martedì 12 ottobre, nell'ambito della manifestazione “Incontri del cinema d'essai” a Mantova, aveva come tema le sale di qualità. Si tratta degli schermi che propongono film d'autore e indipendenti, che non appartengono alla categoria dei cosiddetti blockbuster. Grazie a Schermi di Qualità, le sale aderenti al progetto, programmando nel corso dell'anno una percentuale minima stabilita dalla FICE di film classificati d'essai, possono concorrere all'ottenimento di benefici che aiutano gli esercenti nello svolgimento della loro attività.
I dati analizzati riguardano il periodo 2009-2010, l'ultima annata cinematografica. Su un totale di 875 schermi iscritti al progetto SdQ, ben 569 concorrono all'ottenimento del premio per aver raggiunto gli obiettivi previsti. Dei 108 milioni di spettatori che si sono recati al cinema, il 16% di questi è andato in sale di qualità, il 59% dei quali per vedere film classificati d'essai. I due vantaggi più rilevanti ricavati dall'elaborazione dei dati sono i seguenti: la continuità degli incassi (tenitura della pellicola superiore ad un mese) e la redditività in sala (alte medie per schermo e distribuzione più equilibrata fra i cinema). Le due categorie di film che aumentano la loro diffusione e il loro successo nelle sale di qualità sono “i film italiani difficili” (come ad esempio L'uomo che verrà di Giorgio Diritti e Cosmonauta di Susanna Nicchiarelli) e “i film europei” (si vedano Soul Kitchen di Fatih Akin oppure Il concerto di Radu Mihaileanu).
Un dato importante da evidenziare riguarda la media annua di presenze per schermo: in totale abbiamo un -9,8%, mentre, nello specifico, il dato relativo alle sale di qualità è -0,5%. Inoltre la media annua di spettatori per titolo di film qualità è +26%.
Un ampio spazio è stato dedicato al tax credit. Grazie a questa manovra, già vigente in moltissimi stati esteri, si potrebbe ottenere un aumento del ritorno della produttività italiana; questo attraverso una più diffusa digitalizzazione (che abbatte i costi di filiera) e con la riapertura di sale di città ora chiuse. Negli ultimi 5 anni sono cessate le attività di 132 cinema dei centri storici che, se recuperati, creerebbero una maggiore offerta che innesterebbe un circolo virtuoso.
L'ultima parte del seminario ha avuto come tema l'analisi di possibili soluzioni per rafforzare l'attività degli esercenti. Che misure difensive devono adottare nei confronti di home video, video on demand, broadcast e broadband? La sala deve diventare sempre più un'occasione di evento e di intrattenimento per lo spettatore. Per questo motivo dovrebbe riuscire ad offrire non solo la semplice e abituale programmazione di film in prima visione, ma organizzare iniziative come rassegne specifiche (magari a ciclo tematico), anteprime e incontri con registi e attori, eventi musicali/culturali/cinematografici in diretta via satellite, happy hour.
Le sale di qualità vivono quindi una situazione relativamente positiva, anche se gestionalmente più complessa e di rischio (si vedano l'offerta di un tipo cinema non commerciale e la continua fidelizzazione della clientela) e di sopravvivenza nei confronti dei multiplex.