Mangia Prega Ama. Lo dice a Roma Julia Roberts al terzo film - parzialmente ambientato - nel nostro Paese: è lei la protagonista dell'adattamento del romanzo omonimo di  Elizabeth Gilbert, un bestseller da 6,2 milioni di copie solo negli Usa, che domani Sony distribuisce con 300 copie. Nei panni della scrittrice di successo, abbandonerà prima il marito (Billy Crudup), incrocerà il cuore con il bello di turno (James Franco) e poi mollerà la patria per approdare a Roma con intenzioni culinarie e culturali - a farle da Cicerone il nostro Luca Argentero - e quindi in India per ritrovare se stessa, e infine a Bali per ritrovare l'amore (Javier Bardem).
“Voglio viaggiare con voi”, esordisce la Roberts, “innamorata del libro”, per troncare i complimenti dei giornalisti, per poi ammettere come il film sia “una cartolina della bella Italia, ma non è una cosa negativa, bensì uno sguardo sulla vostra cultura antica, quello di una persona precisa: altri possono avere punti di vista differenti” e che “gli stereotipi li conosco bene, sono frustranti, ve lo dice una che viene dal Sud degli Usa”. E l'accento lo pone sulla “necessità di una costante rivalutazione, revisione: che cosa voglio fare, che cosa voglio essere? Bisogna aggiustare sempre la bussola, se sei rigido non vai da nessuna parte”.
Sulla religione, viceversa, svicola: “Mia madre mi diceva che le attrici non dovrebbero parlare né di credo né di politica, e io ormai ho troppo paura di essere manipolata, troncata, travisata. Sarei diventata induista? Proprio per questo non rispondo più a queste domande”. Mentre si dimostra più disponibile sul fronte culinario: “Mi considero un'eccellente cuoca, sulla scorta di mia madre. Mi piace cucinare per tanti amici, avere tutto caldo in tavola, fare la tajine di pollo per mio marito”. Felice di fare l'attrice - “Puoi dar sfogo a tutta la creatività” - la Roberts conclude sul suo nuovo film, Larry Crowne, appena concluso al fianco di Tom Hanks: “Ritrovarlo è stato straordinario, con uno così non ti sembra nemmeno di stare lavorando…”.
Da collega a collega, Javier Bardem mette le mani avanti, sottolinea come Mangia Prega Ama, diretto da Ryan Murphy, sia “una commedia romantica dal punto di vista di una straniera americana, in trasferta tra Roma e Napoli con propositi culinari. Come per la Spagna, anche l'Italia vive di turismo, e il turismo è basato su preconcetti, così il film” e sugli stereotipi precisa, “da ex studente di Belle Arti, come ogni caricatura conservi la verità: voi avete amato Vicky Cristina Barcelona, da noi è stato rifiutato, e stessa cosa accadrà per Biutiful di Inarritu: diranno che non esiste quella Barcellona; per me Match Point è un capolavoro, mentre gli inglesi non possono vederlo, che dire, non si può accontentare tutti. Comunque, sono i personaggi privi di umanità a diventare degli stereotipi: in Mangia Prega Ama questo non accade”.
Se “da 22 anni ho lo stesso desiderio e la stessa reazione di fronte al materiale che mi viene offerto: l'importante è scegliere un personaggio che sia una persona”, Bardem non si scopre sul nome del figlio cha aspetta da Penelope Cruz, incinta di 4 mesi, e rivela il suo prossimo impegno: “A ottobre inizieranno le riprese del nuovo film di Terrence Malick, un poeta per immagini e parole. Non vedo l'ora, non posso svelare molto, ma verterà sul rapporto tra umano e divino che da sempre mi interessa molto”.