E' il film più caro della storia della cinematografia turca - 8.4 milioni di euro - e in Germania ha messo in agitazione la classe politica per il trionfo ottenuto presso la comunità turca tedesca, una delle più vaste d'Europa. Diretto da Serdar Akar, Kurtlar Vadisi (letteralmente La valle dei lupi) si ispira ad un evento realmente accaduto - l'arresto del 4 luglio 2003 da parte dell'esercito americano di 11 militari turchi sospettati di attività terroristiche nella città kurda irachena di Souleymaniye - per raccontare la storia del giovane turco Polat, che si reca nel Kurdistan iracheno per eliminare il Capitano Sam, traditore di un suo amico, ufficiale dell'esercito turco. La pellicola, sanguinosissima, spara a zero su tutti: ridicolizza il Capitano americano,  atterrisce con il personaggio del medico ebreo che espianta organi ai prigionieri di Abou Ghraib, e disgusta mostrando soldati americani violenti e voltaggabbana.
Un inno alla propria nazione, quello del regista turco, ma anche un pamphlet contro la guerra che in sole due settimane di programmazione ha portato in sala oltre 200mila spettatori. Il suo successo ha però sollevato le apprensioni dei politici: Edmund Stoiber, presidente dell'Unione Cristiana Sociale (CSU), ramo bavarese del partito del Cancelliere Angela Merkel, addita il film come un irresponsabile gesto contro l'integrazione  delle culture, accuse reiterate dal segretario generale del partito Markus Soder, che addirittura lo considera un ostacolo alla candidatura della Turchia all'Unione Europe. Anil Sahin, distributore del film, taglia la testa a tutti i commenti  con una laconica risposta: "Chissà perché quando un caricaturista offende 2 miliardi di mussulmani si parla di libertà di espressione. Mentre se un film critica un americano, si tratta invece di incitamento all'odio".