Misure di sicurezza senza precedenti sono state prese in Giappone alla vigilia del debutto, in sei cinema, di The Cove, il controverso film-documentario sulla caccia ai delfini vincitore dell'Oscar 2010, dopo che una serie di minacce da parte di gruppi nazionalisti ne aveva impedito temporaneamente il lancio il mese scorso. Tutti i cinema che domani proietteranno il film in alcune grandi città, come Tokyo e Osaka, hanno preso accordi con la polizia per organizzare una prima visione sicura e a prova di incidenti, mentre il tribunale distrettuale di Yokohama, alla periferia occidentale della capitale, ha negato il nulla osta a una manifestazione di protesta, che avrebbe dovuto tenersi di fronte a un cinema locale e promossa da un'associazione contraria alla proiezione del film. La pellicola avrebbe dovuto debuttare nel Sol Levante il 26 giugno, ma i gestori delle sale avevano deciso di cancellare il programma dopo le accese proteste da parte di gruppi di estrema destra, alcuni dei quali avevano anche manifestato di fronte alla sede di Tokyo di Unplugged, il distributore del film in Giappone. Dopo il ritiro temporaneo della pellicola, numerose manifestazioni di solidarietà, anche da parte di noti personaggi del mondo del giornalismo e dello spettacolo, sono arrivate ai responsabili di Unplugged che, insieme ai gestori di altri 24 cinema sparsi nel Paese, hanno deciso di andare avanti e portare nelle sale il discusso film. Il documentario dell'Oscar, un'ora e mezza di crude riprese del fotografo-registra Louie Psihoyos, racconta quanto avviene ogni anno nella piccola città di mare di Taiji, in tutto 3.500 anime nel Giappone centro-occidentale, dove la caccia ai delfini è un'attività tradizionale che vanta oltre quattro secoli di storia.