“Tra uomo e donna c’è ancora mancanza di parità. Da attrice un po’ questa cosa si sente, quando fai un commento o esprimi un’opinione, spesso vieni vissuta come capricciosa, a differenza di un uomo”. A parlare è Valentina Lodovini, protagonista di Cambio tutto!, la nuova commedia di Guido Chiesa, prodotta da Colorado Film e Medusa e disponibile su Prime Video dal 18 giugno.

Nel film interpreta una quarantenne frustrata e incapace di farsi rispettare, che chatta di notte con il suo ex (Libero De Rienzo) e che è in crisi con il compagno (Dino Abbrescia). Tutto cambierà grazie all’incontro con un couselor olistico (Neri Marcorè) che la farà diventare una senza peli sulla lingua,  sebbene un po’ troppo aggressiva.

La storia è un remake del film spagnolo Una mujer sin filtro di Luis Eduardo Reyes ed è stata scritta a sei mani dallo stesso regista insieme a Giovanni Bognetti e Nicoletta Micheli. “Il lungometraggio spagnolo è molto più grottesco, noi abbiamo cercato di renderlo più realista e di usare uno stile più da commedia americana. E’ stato importante anche avere nel team di scrittura una donna che ci ha fatto cogliere tanti stereotipi”.

Il più comune è quello: “Che c’hai il ciclo?”. Modo di dire che ogni donna si è sentita rivolgere almeno una volta nella vita quando era un po’ più nervosa del solito. “La maggior parte di queste cose presenti nel film le ho anche subite nella vita- dice Valentina Lodovini-. Appena osi rispondere a qualcuno, davanti o dietro ti dicono che hai il ciclo. Spesso non vieni ascoltata, cosa che ti squalifica. Certo, non è sempre così e dipende dall’intelligenza di chi hai dall’altra parte”.

E sul maschilismo Guido Chiesa commenta: “Un certo modello di maschile, quello autoritario, è andato in crisi negli anni sessanta. Le donne si sono messe in gioco. Al contrario gli uomini cercano a tentoni di trovare una nuova identità che stentano a trovare e hanno ancora poco rispetto delle donne. Io sono un regista democratico e per me tutte le opinioni, femminili o maschili che siano, hanno lo stesso peso. Abbiamo anche riscritto parti del copione ascoltando i consigli di Valentina”.

“E’ un sistema culturale che va cambiato- interviene Valentina Lodovini-. Perché si regala una cucina per giocare a una bambina e a un bambino no? Le donne sono ancora meno della metà della forza lavoro e sono giudicate rispetto a come si presentano, tanto che talvolta le violenze sessuali vengono giustificate per come una si veste”.

E sul suo personaggio specifica: “E’ molto verosimile. Di questi tempi c’è una fobia del femminile. Lei decide alla fine di concentrarsi solo su se stessa per sopravvivere e si ribella a questa mancanza di parità”.

Ma lei nella vita è una che subisce come la protagonista nella versione prima maniera o è una che si ribella? “Abbiamo sempre paura di ribellarci e di far vedere chi siamo veramente. Come lei si aggrappa al counselor, tutti viviamo dei momenti in cui ci sentiamo più fragili e vulnerabili e abbiamo bisogno di appigli che siano  guru o cartomanti. Io sono una passionale anche sul lavoro, una abbastanza senza filtri. Talvolta avrei anche potuto farmi terra bruciata per il carattere che ho”.

Infine Giampaolo Letta, ad di Medusa, conclude: “Il film doveva uscire il 5 marzo, in piena pandemia. In questi giorni stanno timidamente riaprendo le sale cinematografiche, ma noi abbiamo deciso di aspettare e abbiamo scelto strade alternative rendendolo disponibile sulle piattaforme. Voglio anche sottolineare che sono molto contento della decisione della Biennale di Venezia di confermare l’edizione di quest’anno”.