Un grande italiano che, grazie al cinema, ha raccontato la rinascita del Paese dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Aurelio De Laurentiis ricorda così lo zio Dino, scomparso oggi a Los Angeles. "Ha messo in scena la rinascita italiana - dice all'Adnkronos - fotografandola in tanti film interpretati, di volta in volta, da attori del calibro di Totò e Alberto Sordi".
"Da adolescente - ricorda il produttore - vedevo in lui gli aspetti di una simpatica e travolgente indole napoletana. Quando ho iniziato anch'io la professione, era già volato negli Stati Uniti per svolgere l'ultimo quarantennio della sua attività. Mio zio è stato un uomo che, dal punto vista lavorativo, fu in grado di 'milanesizzarsi'. Ma, al tempo stesso, divenne anche un po' americano: il suo desiderio di fare del cinema, in Italia, una grandissima arte a carattere internazionale lo condusse, infatti, agli fine degli anni '60, negli Stati Uniti. Ricominciò di nuovo. Si può dire che, con coraggio, sfidò da partenopeo gli States". Una sfida che vinse tanto che, sottolinea De Laurentiis, "in America scoprì attori come Al Pacino, al quale fece fare Serpico, e Arnold Schwarzenegger (Conan il barbaro, ndr)".
"Era innamorato dell'Italia, e della sapiente creatività napoletana, - precisa ancora Aurelio - ma è stato affascinato dall'idea industriale americana applicata al cinema. Da qui è nata la volontà, ad esempio, di realizzare sulla Pontina gli studi in cui girare i film. Un dato è certo, chiarisce De Laurentiis: "Dopo aver conquistato l'Italia, ha sbancato anche in America perché ha portato oltreoceano lo stile italiano".