"Non penso sia un film destinato solo al pubblico giovane, anche perché difficilmente potrebbe capire la frustrazione di un impiegato costretto a continue vessazioni e la conseguente determinazione a trasformarsi in un killer spietato". Così Timur Bekmambetov - nativo di Guryev, attuale Kazakistan, "più sovietico che russo, cittadino di un unico grande paese costituito da tante e diverse nazionalità" - presenta il suo ultimo film, Wanted, esordio hollywoodiano dopo l'incredibile exploit ottenuto al patrio box office con I guardiani della notte e I guardiani del giorno, nelle sale italiane dal 2 luglio con 350 copie per Universal (5 giorni dopo l'uscita U.S.A.): "Gli studios mi hanno messo nelle migliori condizioni per lavorare, affiancato da un team eccezionale, l'unica vera difficoltà è stata quella di non potergli fornire i materiali extra richiesti per i contenuti speciali del DVD perché tutto il girato è finito nel film...".
Action movie iperrealista basato sulla serie a fumetti di Mark Millar e J.G. Jones, Wanted - da qualche settimana anticipato sul web da una campagna di viral marketing destinata soprattutto alla distribuzione in Russia e costruita intorno ad un (finto) video amatoriale in cui si vede un uomo che improvvisamente distrugge il suo ufficio colpendo chiunque gli capiti a tiro - è incentrato sulla figura di un giovane impiegato, interpretato da James McAvoy, vessato sul lavoro e tradito regolarmente dalla fidanzata: sarà "salvato" dalla triste routine grazie alla comparsa di una spietata assassina (Angelina Jolie), appartenente alla Confraternita dei Tessitori, setta esistente da un millennio la cui missione è quella di eliminare tutti coloro i quali turbano un equilibrio superiore, e addestrato per diventare un killer spietato. "E' vero, ricorriamo spesso a scene violente - racconta ancora Bekmambetov - ma tutto quello che si vede nel film è ragionevole, finalizzato ad uno scopo che ancora non possiamo rivelare per non rovinare la sorpresa agli spettatori, che troveranno qualcosa di diverso rispetto al fumetto, una sorta di evoluzione: sullo schermo possiamo trovare la risposta all'interrogativo posto dalla graphic novel, volutamente provocatoria e, in qualche modo, immorale".
Sparatorie, inseguimenti, combattimenti e treni in caduta libera: "Sì, ma non è solo questione di velocità - spiega il regista - quello che conta è saper gestire i ritmi, il tempo. Ed è proprio questo lo strumento che dobbiamo utilizzare noi registi per raccontare una storia, il tempo: nella musica ci sono i timbri, i toni; nell'arte i colori, le gradazioni, le sfumature". Sarà stato un insieme di queste cose ad aver convinto Timur ad abbandonare gli studi di ingegneria elettronica quando, una mattina di quasi trent'anni fa, in un piccolo cinema di Mosca veniva proiettato Dillinger è morto di Marco Ferreri: "E' il film che mi ha cambiato la vita e che, a pensarci bene, racconta grosso modo la stessa cosa che vediamo in Wanted, un uomo che impugnata una pistola decide sia arrivato il momento di cambiare vita".