"Non è un film postmoderno, ma credo sia sempre meglio che ogni cosa 'scorra' mentre ne realizzo uno. C'è una logica che risponde all'istinto: sento la necessità di trasformare tutte le cose che vedo, di portarle sullo schermo. E credo che si possano vedere cose anche laddove non ce ne siano. Fondamentalmente sono una persona nostalgica, mi piace affacciarmi da finestre attraverso cui poter vedere le cose in maniera differente". Carlos Reygadas torna in concorso a Cannes cinque anni dopo Luz silenciosa con Post Tenebras Lux, riflessione sul contrasto tra una coppia di ricchi trasferitasi con i figli nel cuore delle campagne messicane e la realtà locale: due universi - complementari e respingenti - che finiranno per combattersi. Cercando di eliminarsi a vicenda. Suggestivo dal punto di vista tecnico - Reygadas adotta l'ormai desueto aspect ratio 1:37.1 - il film è caratterizzato dalla scelta di particolari lenti che, per le riprese in esterna, trasfocano i contorni dell'immagine: "E' semplicemente una scelta estetica - spiega il regista messicano. - Il centro dell'immagine non è mai sfocato: questo perché è così che io vedo la vita, e la vita subisce piccole trasformazioni in questo film". Interpretato da Adolfo Jiménez Castro e Nathalia Acevedo - chiamata ad una scena erotica al limite, quando insieme al marito si reca in una sauna per scambisti - il film vede la partecipazione anche dei piccoli Eleazar e Rut (i bambini della coppia), nella realtà figli di Reygadas.