Disapprovazione e rammarico per le scelte unilaterali di alcune distribuzioni che scelgono per i propri titoli uscite alternative alla sala cinematografica. Nonostante il forte appeal commerciale che alcuni film possono avere sul pubblico si assiste allo spostamento di alcuni prodotti importanti direttamente sulle piattaforme minando la mgià difficile ripartenza delle sale cinematografiche italiane.

I mesi di lockdown hanno fatto emergere come i risultati economici complessivi dei film siano molto più rilevanti quando la sala costituisce il primo anello nello sfruttamento del prodotto cinematografico Un plauso ai distributori che continuano a credere nella sala cinematografica destinando il loro prodotto per questo primario sfruttamento. L’esercizio cinematografico deve ripartire e senza la condivisione di questa mission con i partner della distribuzione e produzione ciò non può avvenire. Occorre, inoltre, dichiarano ancora gli esercenti, pianificare l’uscita in sala fin da subito dei film di produzione italiana già pronti al momento del lockdown e attesi dal pubblico.

Il cinema non è soltanto un contenuto proiettato su un grande schermo, è un’esperienza che il pubblico, gli spettatori vivono collegialmente, condividendo percezioni, sensazioni, emozioni mantenendo vivi i centri città, le periferie dove le sale cinematografiche sono e rimangono dei presidi socio culturali insostituibili per i territori dove operano.

Alla luce di queste pericolose scelte unilaterali di alcune distribuzioni, l’ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) torna a chiedere con fermezza un intervento delle istituzioni per l’adozione di ulteriori misure per sostenere le sale durante la ripartenza, per supportare una forte campagna mediatica che ponga l’attenzione sulla centralità della sala rispetto al valore culturale, sociale ed emozionale che il film ha nella collettività.