“Felice di questo successo? Se sono tornata tre volte in Italia nell'ultimo mese, vorrà dire che ho una love story con il vostro paese. E ne approfitto per ringraziare la stampa per aver accolto così bene il film, il pubblico e non ultima l'Università Pontificia : io sono ebrea, il mio sceneggiatore protestante, ma la chiesa in Italia ha adottato il mio film come se fosse cattolico”. Così la regista danese Susanne Bier - in partenza per gli Stati Uniti, dove il film esce il 22 dicembre per la Sony Classic - ha commentato il positivo riscontro al botteghino italiano di In un mondo migliore: già campione di incassi in Scandinavia (in Danimarca si appresta a essere il numero 1 degli ultimi 10 anni), il candidato all'Oscar e vincitore all'ultimo Festival di Roma del Premio della Giuria e di quello del Pubblico, ottiene la media copia più alta del weekend. Con 3.341,00 euro, il film della Bier raggiunge un risultato da 3 a 6 volte superiore alle altre uscite di venerdì (compresi titoli americani come I due presidenti e Cyrus e italiani come RCL - Ridotte capacità lavorative), ma superiore anche a campioni d'incassi come Harry Potter, Rapunzel e A Natale mi sposo. Più cauto sul successo del film il distributore, Cesare Petrillo (Teodora Film): “Certo che siamo contenti del risultato ottenuto da In un mondo migliore. Non trattandosi di una commedia leggera o di un film in 3D, possiamo ritenerci felici di essere i primi. Ma bisogna ricordare che il film è uscito solo in sale accuratamente scelte, se avessimo dato il film ai multiplex o alle multisale commerciali, oggi non staremmo qui a parlarne”.