“Un giorno di ormai tanti anni fa, ricevetti una telefonata da Giorgia a casa dei miei genitori. Aveva appena visto Nuovomondo e mi voleva coinvolgere nel suo progetto: la storia di Nena, una maestra che lascia il suo paesino per motivi di lavoro. Da allora non ci siamo più perse di vista”. Con queste parole Isabella Ragonese racconta in conferenza stampa l'inizio della collaborazione con la regista Giorgia Cecere, all'esordio dietro la macchina da presa con Il primo incarico. “Volevo - racconta la regista - parlare del presente, senza subirne la tirannia: oggi tutto nasce e muore nel presente, mentre io volevo osservarlo da una posizione più distante”. Quel che Nena decide di fare - staccarsi dalle sicurezze e dagli affetti del suo paese natale per ricominciare da capo in una terra straniera - è quello che per la Cecere manca ai giovani di oggi. “Un tempo si lasciava tutto e si andava alla ricerca di qualcosa. Oggi invece si ha troppa paura delle novità. Il problema - conclude amaramente la regista pugliese già sceneggiatrice per Edoardo Winspeare - è che rimanere fermi non serve a liberarsi. Bisognerebbe avere il coraggio di osare”. Isabella Ragonese è diventata in pochi anni uno dei volti femminili più apprezzati fra quelli della nuova generazione. Racconta di aver girato 12 film in 5 anni perché “molto curiosa. Fosse per me direi sempre sì. Recitare vuol dire provare continuamente ruoli nuovi e buttarsi in nuovi progetti. Anche agli inizi della mia carriera, quando lavoravo più in teatro che al cinema, ho sempre avuto una gran voglia di sperimentare, senza finir incasellata in un genere o in uno stile”. Immancabile il riferimento ai modelli: "Mastroianni, Tognazzi, Gassman, che giravano anche dieci, dodici film all'anno senza essere mai prigionieri di un ruolo". Il primo incarico verrà presentato venerdì 28 gennaio presso lo Spazio Oberdan di Milano (ore 21.15). Regista e protagonista saranno presenti in sala.