Non solo Concorso, Venezia 71 punta forte anche su Orizzonti e Fuori Concorso.
“Sezione più eterogenea” rispetto alla competizione ufficiale, il Fuori Concorso propone, tra gli altri, il collettivo (Arriaga, Kusturica, Gitai, Nair tra i registi) Word with Gods che – dice il direttore della Mostra Alberto Barbera – “interroga il rapporto tra cinema e religione o, meglio, fedi diverse”; “l'omaggio alle grandi comemdie di Lubitsch” firmato da Peter Bogdanovich con She's Funny That Way, interpretato da Owen Wilson, Jennifer Aniston e Rhys Ifans;  la mini-serie Usa Olive Kitterdige (233') diretta da Lisa Cholodenko e interpretata da Frances McDormand e Bill Murray; la “commedia horror” di Joe Dante Burying the Ex; Tsili di Amos Gitai; The Sound and the Fury, da Faulkner, che prosegue il cammino di James Franco nella letteratura americana; l'animazione – l'unica della Mostra – inglese a passo uno The Boxtrolls; The Old Man of Belem (19') dell'ultracentenario Manoel de Oliveira; il nuovo film di Barry Levinson, The Humbling, con Al Pacino (presnete anche in Concorso con Manglehorn di David Gordon Green); il Director's Cut di Nymphomaniac Volume II di Lars Von Trier; In the Basement di Ulrich Seidl, in cui il regista austriaco si “concentra sulle cantine austriache: pensate che ci ha trovato…”.
E poi gli italiani: La trattativa, “il film più bello di Sabina Guzzanti, anche formalmente: interamente costruito sulle carte e i verbali della trattativa Stato-mafia, con attori in un teatro di posa a recitarli”; il documentario di Davide Ferrario La zuppa del demonio, “composto da filmati di repertorio sul sogno dell'industrializzazione italiana”; il documentario di Gabriele Salvatores Italy in a Day – Un giorno da italiani, desunto da 45mial filmati inviati alla Rai e al regista; Perez.di Edoardo De Angelis, con Luca Zingaretti e Marco D'Amore.Sottolineando di “essere stato proprio io a volere che anche questa sezione fosse competitiva”, Barbera ribadisce come “Orizzonti e Concorso abbiano lo stesso valore, la medesima importanza, sebbene siano diversi”. Tra i titoli in cartellone, tre gli italiani: Senza nessuna pietà di Michele Alhaique, prodotto e interpretato da Pierfrancesco Favino; La vita oscena di Renato De Maria, tratto dal libro di Aldo Nove, interpretato da Isabella Ferrari, anche produttrice con Riccardo Scamarcio; Belluscone, una storia siciliana di Franco Maresco, che “intreccia Berlusconi, mafia e sicilianità secondo lo stile peculiare al regista”.
Tra gli altri titoli del Concorso di Orizzonti, Barbera cita Theeb, opera prima giordana di Naji Abu Nowar; Cymbeline di Michael Almereyda (usa), che adatta l'opera omonima di Shakespeare nel Bronx; Near Death Experience, “una delle sorprese del festival”, diretto dai belgi Benoit Delépine e Gustave Kerverne, con protagonista lo scrittore francese Michel Houllebecq; Your Right Mind, opera seconda della figlia di Michael Mann, Ami Canaan Mann; Hill of Freedom del prolifico autore sudcoreano Hong Sangsoo.
Particolare evidenza per il maestro iraniano Mohsen Makhmalbaf che in esilio ha diretto The President, “storia della caduta di un dittatore in un paese immaginario, che riecheggia altri dittatori, quale Saddam Hussein”; Goodnight Mommy di Veronika Franz, moglie di Ulrich Seidl, e Severin Fiala, che promette emozioni forti.