"Anch'io come molti altri sono masochista, e qui ho potuto scavare in questa dimensione". Così Filippo Timi, protagonista de L'eredità di Caino diretto a quattro mani dagli esordienti Luca Acito e Sebastiano Montresor. Produzione rigorosamente indipendente e - volutamente - fuori dalle logiche produttive romanocentriche, L'eredità di Caino è liberamente ispirato alla figura di Leopold von Sacher-Masoch e pare percorrere la strada della follia. Girato interamente in uno spazio nero, con un pavimento a scacchi e sparuti oggetti di scena bianchi, il film inquadra le relazioni del protagonista (Lui) con quattro donne: una Signora (Lucia Mascino), una Prostituta (Anna Mascino), una Domestica (Cristina Golotta) e un quarto personaggio femminile - centrale - indicato con un simbolo "perché - dicono gli autori - è pura poesia, non veicolabile attraverso la parola". Costruito da emozioni e shock etico-visivi piuttosto che dalla narrazione, L'eredità di Caino è stato presentato in anteprima a Roma il 9 giugno e circolerà nel circuito "underground" in tutta Italia. "La situazione distributiva del nostro paese - dicono Acito e Montresor - è al collasso, ma noi rivendichiamo la pura esitenza del film: oggi che una cosa esista è di per sè rilevante". "Quanti l'hanno visto, anche nei festival internazionali, hanno sinceramente - proseguono i due filmaker - apprezzato il nostro lavoro, poi arrivi al tavolo del produttore / distributore, e tutto cambia...". Cinque settimane di riprese nella casa dei nonni del veronese Sebastiano Montresor, oltre un anno di lavoro al montaggio per condensare le 11 ore di girato in 75', L'eredità di Caino è stata - conclude Timi - "un'esperienza sconvolgente, tutta interna, un lavoro di introspezione e dialogo con i due registi, per scoprire oggi quali siano i volti del masochismo".