“L'Italia è il fanalino di coda nella produzione per ragazzi, ed è un dramma. Per i valori pedagogici dovrebbe avere una linea di finanziamento ad hoc, e invece… Forse la situazione difficile del Paese è anche dovuta ai valori che in questi anni non siamo riusciti a trasmettere ai ragazzi di oggi”. J'accuse firmato Enzo d'Alò, che è in lizza per il miglior film d'animazione ai 26esimi European Film Awards (EFA) con Pinocchio, che questa sera a Berlino si contenderà il riconoscimento con The Congress di Ari Folman e il francese Jasmine. Pinocchio ha avuto successo internazionale: è stato venduto pressoché ovunque, compresi gli Stati Uniti (Lionsgate). Guardando al panorama globale dell'animazione, d'Alò osserva come gli “europei siano più legati a individualità, non c'è una scuola, mentre gli americani hanno una linea più definita, i giapponesi una filosofia  e una poetica precisa, una volta molto legata alla patria, oggi più adeguata al mercato internazionale: personalmente, mi sento molto vicino ai film giapponesi, Miyazaki è il mio riferimento poetico, più che di scrittura, perché in Europa siamo i migliori a scrivere”.
E Walt Disney? “Un riferimento per tutti, c'era solo lui al cinema una volta, ma il Pinocchio di Disney riflette anche i limiti linguistici di un'animazione Usa che vedeva l'Europa come un blocco indifferenziato, non a caso è ambientato in Tirolo…”. Insomma, “oggi siamo Europa, non più singoli Paesi, ma possiamo raccontarla solo partendo dalle nostre radici”. Illustrazioni di Lorenzo Mattotti, musiche di Lucio Dalla, Pinocchio “deve far riflettere i produttori sullo spazio internazionale che l'animazione ha, e altri film non hanno: l'animazione è un genere che decontestualizza i personaggi - il disegno li rende archetipi – per cui ogni spettatore di ogni Paese può contestualizzarli e farli propri”.
Problema, “il budget europeo non può generalmente superare il limite dei 10 milioni di euro, Pinocchio è costato 8, con ricadute sulle scelte produttive: negli Usa l'equipe è a piramide e supera le mille persone, mentre noi dobbiamo fermarci a 200-300 persone, ingegnandoci a trovare soluzioni”. Dopo Pinocchio, due i progetti in cantiere per Enzo d'Alò: Il flauto magico, in anteprima al festival di Courmayeur e, spera il regista, in televisione per Natale; il film Pipì Pupù e Rosmarina e il mistero delle note rapite, che nasce quale seguito dei 78 episodi per la tv scritti con Vincenzo Cerami e indirizzato ai bambini più piccoli, “un viaggio di formazione per spettatori in età prescolare”.
Infine, d'Alò dà uno sguardo a Peppa Pig – “Non mi piace, è un po' vuota, viceversa, ai bambini vanno dati contenuti e messaggi” – e uno sull'animazione nel nostro Paese: “E' considerata come Cenerentola, anzi, come un panda, ma senza aiuti per sopravvivere”.