Il cinepanettone rivisita la formula classica: Colpi di fortuna, in sala dal 19 dicembre, adatta la risata allo stile delle tre coppie di comici protagonisti. “Ogni episodio ha uno stile diversissimo dall'altro – promette Neri Parenti – Luca e Paolo mettono in scena la commedia del genere di Stasera a casa di Alice, Christian De Sica e Francesco Mandelli la farsa alla Scemo & più scemo e Lillo e Greg la comicità surreale come in Animal House”.
Il film segna anche una separazione (momentanea?) tra il regista e il produttore: “Con questo film la mia collaborazione con Aurelio De Laurentiis diventa maggiorenne – continua Parenti -. Dopo 18 anni però le cose cambiano: l'ultima sceneggiatura che avevo scritto a lui non piaceva, mentre ad altri sì, allora mi si è aperta un'opportunità e l'ho colta, ma non è detto che non torniamo a collaborare”.
Su questo progetto, intanto, fanno fronte comune e puntano su un duo inedito: “È stato come se avessi lavorato con Mandelli da una vita – racconta De Sica – come mi succedeva con Boldi. A volte, invece, ho avuto più difficoltà con mio cognato Carlo Verdone, forse perché siamo entrambi ansiosi, mentre Francesco mi tranquillizza”.
“Per noi è stato il primo film – ammetteLuca Bizzarri – e l'abbiamo davvero affrontato con umiltà, una dote che di solito non ci appartiene. La pellicola di Natale ha una comicità che non conoscevamo e l'importante è stato capire dove frenare e come adattare i vari tempi comici”. “Il risultato – aggiunge Paolo Kessisoglu – ci sembra più che buono”.
Il ritorno di Lillo e Greg è stato cucito appositamente sulla loro pelle comica: “De Laurentiis è stato l'unico a scommettere su di noi – confessa il primo – finora ci hanno sempre considerati di nicchia mentre a noi piace pensare di essere popolari, ma con un umorismo alla Walter Chiari”. “Non è un cinepanettone – precisa il collega – ma una favoletta dignitosa oltre che un ottimo veicolo per portare la gente a teatro o a vedere i nostri concerti”.
Un vero portafortuna, insomma, soprattutto per Greg: “Sono tremendamente scaramantico, faccio tutti i riti propiziatori del teatro, come battere tre volte a terra il copione se cade o non indossare mai il viola, e tutti quelli quotidiani, oltre ad avere oggetti sempre con me”. “Io invece sono più ipocrita – dice Lillo -: vado dicendo di non crederci, ma se passa un gatto nero non attraverso”.
“Anche mio padre – ricorda De Sica – aveva i suoi amuleti come la moneta del mago di Napoli che bagnava tre volte in mare prima di pronunciare alcune frasi alla luna mentre mia madre lo guardava come se fosse pazzo. Con mia moglie in viaggio salutiamo le pecore in macchina, ma non mi considero troppo scaramantico, anche se non passo sotto i ponteggi e se incontro un gruppo di suore sputo tre volte”. “A Milano – aggiunge Mandelli – se passa una 500 gialla ci si tocca, ma sono convinto che esista il fato, trovarsi al posto giusto al momento giusto”. “A me - conclude De Sica - è successo nella mia carriera in un momento preciso: la mia agente mi ha offerto la proposta di 14 milioni di lire per girare Il conte Tacchia con Vittorio Gassman e mi ha detto che ero un cretino a rifiutarla per scegliere le 650 mila lire di Sapore di mare. La stupida era lei: sapevo che il primo sarebbe stato un flop e il secondo un cult. Le mode si respirano nell'aria e i treni devi saperli prendere. Il 50% della carriera dell'attore è fortuna e io ogni giorno apro la finestra e ringrazio Gesù per questo”.