“Dopo Viva la libertà, proseguo su cose che mi inquietano, mi assillano, e faccio una ricognizione su alcune forme di potere. L’economia ha perso sicurezza, ci sono state crisi non previste, e qui inquadro figure che raccontano un disorientamento”. Parola del regista, e sceneggiatore con Angelo Pasquini, Roberto Andò, che torna a dirigere Toni Servillo ne Le confessioni, prodotto da Angelo Barbagallo, distribuito da 01 a partire dal 21 aprile su 250 schermi.

Nel cast Connie Nielsen, Pierfrancesco Favino, Marie-Josee Croze, Moritz Bleibtreu, Lambert Wilson e Daniel Auteuil, inquadra un G8 dei ministri dell’economia, riuniti in un lussuoso albergo in Germania, a cui partecipa anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale (Auteuil), una celebre scrittrice di libri per bambini (Nielsen), una rockstar e un monaco italiano, Roberto Salus (Servillo), che raccoglierà l’ultima, inquietante confessione di uno dei partecipanti…

“Questi ministri non hanno sfumature, la loro è una zona di fedeltà quasi fideistica negli assunti dell’economia”, dice Andò, sottolineando però “come in alcuni di loro serpeggia il dubbio”, mentre Servillo, che ritrova il regista palermitano dopo Viva la libertà, rimanda al mittente una domanda in conferenza stampa sul suo rapporto con la fede: “Sono fatti miei” e del suo “uomo di fede” evidenzia il suo “mostrarsi come una persona credibile, e Dio sa oggi quanto ne abbiamo bisogno. Non è un opportunista del silenzio, ma ha una dignitosa renitenza: è un eroe positivo, che costringe il pubblico a una posizione più scomoda”.

Ritornando ai “fatti miei”, Servillo spiega come “viviamo in un’epoca in cui si vogliono conoscere i fatti degli altri. Io non ho mai partecipato a una festa (il riferimento è al Jep Gambardella de La grande bellezza, NdR) e non ho mai interrato rifiuti tossici (Gomorra, NdR), e il rapporto con la mia fede lo tengo per me: sono un attore”. Conclude Andò: “La politica? Non è un tema esclusivo, penso e spero di potermi occupare anche di amore in futuro”.