Attrice, regista, cantante e altro ancora da definire: Maria de Medeiros, giurata alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, racconta gli esordi quasi casuali e i progetti per il futuro. "E' stata una carriera iniziata quasi per caso, Monteiro è il "colpevole" (con il film Silvestre del 1981, ndr), mi ha fatto scoprire il cinema in maniera meravigliosa. Non ho potuto però fare quello che avevo in mente: dedicarmi alla pittura".
Carenza che sta colmando negli ultimi anni grazie alla creazione degli storyboard dei suoi film e delle copertine dei suoi CD, mentre continua a vivere in giro per il mondo passando da un progetto cinematografico all'altro. L'ultimo è Pasolini, opera di Abel Ferrara sull'ultimo giorno di PPP, le persone che ha incontrato e i progetti sui quali stava lavorando: "Io interpreto Lara Betti, ed è stata una coincidenza incredibile: proprio negli ultimi anni ho interpretato e tradotto le sue canzoni, come per esempio quella scritta da Moravia, che ho spesso interpretato nei miei show. Non mi sarei mai aspettata che un giorno la avrei impersonata in un film."
Il suo percorso include blockbuster, film d'autore ma anche un mix dei due, uno su tutti Pulp Fiction, che "è stata una bellissima sorpresa per me. Quentin scrive molto e scrive molto bene, la sceneggiatura era alta così ma coinvolgente, appassionante da leggere. Ho pensato subito 'voglio assolutamente far parte di questo progetto!', anche se non avevo la minima idea di chi avrebbe potuto apprezzarlo: era un film audace, con la sua struttura, la costruzione, quel gioco cronologico..."
E' stata anche Eleonora Fonseca Pimentel nel film Il resto di niente di Antonietta de Lillo. "Amo molto Antonietta, mi ha fatto scoprire il personaggio che interpretavo in maniera splendida. Ogni volta che passo a Roma vado sempre a trovarla, lei e gli amici napoletani. Sono state delle riprese lunghe, e durante quel periodo trascorso a Napoli ho avuto modo di scoprire in profondità il quotidiano degli italiani, ed è quello che considero uno dei film più belli ai quali ho partecipato che però, purtroppo, non ha avuto l'attenzione che meritava. Ho conosciuto una sola persona che lo avesse visto quando fu presentato in Portogallo: Josè Saramago."
Uno dei progetti su cui ha lavorato è stato Repare Bem - Gli occhi di Bacuri. "Il documentario parla di una famiglia il cui padre, Eduardo Leite Bacuri, fu torturato per un periodo lunghissimo ed infine ucciso, e la moglie, allora incinta, fu costretta a scappare in Cile subito dopo la nascita della figlia. Dopo 40 anni tornano finalmente nel loro paese, lo stesso paese che prima li forzò ad andarsene e che ora chiede scusa: è una storia di sopravvivenza, ma anche di riconciliazione." Il documentario, una coproduzione Brasile-Italia-Francia, è il frutto di una collaborazione con il governo brasiliano. Una sezione del ministero della giustizia brasiliano infatti si occupa di chiedere scusa al suo popolo per i danni inflitti dagli anni di dittatura militare, che iniziò esattamente 50 anni fa, e aiuta a rimpatriare i familiari delle vittime di quel periodo che sono dovuti scappare all'estero per scampare a un futuro nero.