La condizione dell'attore oggi è dura forse più che nel passato, esposta come si trova alla banalizzazione della propria identità tra prodotti di basso profilo e metodi lavorativi frenetici cui non tutti sanno o possono adeguarsi. Tanto più che sembra inevitabile, anche per problemi di semplice sopravvivenza, adeguarsi a quel cambiamento di qualità, in senso negativo, esigito dal pubblico italiano, influenzato dalle soap opera. L'AIRSC, nel contesto delle iniziative di "Imaie che promuove" ha invitato attori attrici provenienti da tutte le esperienze e di ogni generazione, per confrontarsi sulla condizione dell'attore italiano oggi fra cinema televisione e teatro  in un convengo sulla Qualità dell'attore tra Strehler e la Soap Opera, che si è svolto alla Casa del Cinema di Roma. Nel corso della giornata, al cui dibattito fra gli altri hanno partecipato, coordinati da Dario Minutolo, personalità come Carlo Lizzani, Ernesto Nicosia, Enzo Natta, Ernesto Guido Laura, Francesco Bolzoni ,  è stato anche presentato il volume Cinema italiano 1945-1985 restauri e preservazioni (a cura di Dario Minutolo, edito da Airsc, Annci, Imaie, Effatà) che in 127 pagine sviluppa con schede e saggi di Enzo Natta, Marco Pistoia e Teresio Spalla, la necessità della preservazione del film: soprattutto di film che hanno costituito la storia del cinema. Un altro momento qualificante del convegno è stato la proiezione del cortometraggio Tra due stagioni diretto da Teresio Spalla in cui attori di diverse generazioni – come Raffaele Pisu, Cecilia Cinardi e Ignazio Oliva – si sono incontrati sullo sfondo di Cinecittà a raccontarsi  tra ricordi, aspirazioni, difficoltà. L'avventura interpretativa e professionale si sta abbassando inesorabilmente, come alcuni sostengono, oppure è ancora permesso di riaffrontare criticamente, giorno per giorno, la questione della recitazione sotto tutte le forme? Raffaele Pisu, attore drammatico ma pure comico-brillante, passato alternativamente dal successo all'insuccesso, con fare giocoso ma serio, tra citazioni ed aneddoti, conclude sulla necessità di non arrendersi. Si "appoggiano" a lui i due giovani,  Cecilia Cinardi e Ignazio Oliva. Pur tra ansie e timori, forti anche della loro esperienza non solo artistica - come Oliva, che si dedica a forme di volontariato sociale –  nella piena consapevolezza di un mestiere che comporta una dicotomia tra un numero chiuso di attori che sempre lavorano ed un altro che vive di incertezze, mantengono ancora una fede nella possibilità della propria "vocazione" attoriale, nonostante i tempi. Anche se l'inquietudine ,di fondo, rimane.