Il nostro meraviglioso 21° Secolo: il titolo non puó che essere ironico. Nella pellicola debutto di Ryu Hyung-kis, presentata nella sezione Forum dela Berlinale, il divertimento svanisce molto rapidamente. Il mondo descritto da Our Fantastic 21st Century é grigio e infelice: il ritratto di una gioventú senza prospettive, con un futuro di precarietà e salari bassissimi. Sembra di essere a casa nostra. E invece siamo in Corea del Sud, dove la protagonista Su-yeong non se la passa per niente bene. Disegnatrice di moda di gran talento, é convinta di avere una chance solo se riuscirá a perdere peso e diventare piú bella. Per permettersi un intervento di chirurgia estetica si mette a lavorare in un supermarket dove manipola i prezzi e vende elettrodomestici inventandosi sconti vertiginosi per accaparrarsi il bonus come migliore commessa. Ma Su-yeong é sfortunata. Il ragazzo le brucia tutti i risparmi, I suoi raggiri vengono scoperti sul lavoro e anche con lo strozzino le cose non vanno meglio. Finché, alla fine, una macabra via d'uscita si apre improvvisamente. Ma la sua vita é ormai in un vicolo cieco.Il film del bravo Ryu Hyung-kis non mostra nessun sole, nessun pezzo di cielo, nessun sorriso. L'attrice Han Su-yeon dá alla sua eroina un volto d'alabastro, un'aria da affascinante vampira, in immagini stilizzate che sono la cifra di un senso di solitudine, inconsistenza e isolamento. Il regista Ryu Hyung-ki si é laureato alla prestigiosa Korean Academy for Film Arts, meglio nota come KAFA. La prestigiosa scuola di cinema, che nel 2009 ha festeggiato 25 anni di vita, non sta avendo vita facile. Il Governo della Corea del Sud ha chiuso i rubinetti dei finanziamenti per quello che considera un cinema di eccessiva critica sociale. Parola del ministro della Cultura. Guerra aperta dunque al cinema d'autore in Corea. Anche se é proprio grazie a quell'Accademia che abbiamo assistito a una rinascita del cinema coreano negli ultimi anni. Alla luce di questo forse si comprende meglio il perché tanti film coreani contemporanei siano impastati di nuances scure a tratti tragiche. Anche questo é un modo per resistere.