"Mi si stringe il cuore, l'idea di toccare la pellicola mi faceva sentire un privilegiato: il manifesto vuole esserne omaggio e rimpianto". Così il direttore Gianni Amelio presenta la 27esima edizione del Torino Film Festival, in programma dal 26 novembre al 4 dicembre, con un occhio di riguardo alla locandina, che accoglie tagli di pellicola di opere prime, seconde e terze - serbatoio del concorso del TFF - del calibro di Quarto potere, Cronaca di un amore, Ossessione, I 400 colpi, Accattone, Fino all'ultimo respiro.
Fatte le presentazioni, Amelio non si nasconde: "Quest'anno siamo molto contenti, il concorso respira l'aria che ci sta attorno con linguaggi significativi, ed è notevole: darei a 6-7 film su 16 le 5 stelle, 4 a tutti gli altri, tranne uno da 2 e mezza. Quando a giugno ho iniziato a lavorare seriamente al festival, reduce dalle estenuanti riprese in Algeria del mio Il primo uomo, non avevo proprio voglia di mettermi a vederne degli altri: ebbene non ho mai usato la doppia velocità del dvd, anzi più di una volta sono saltato sulla sedia".
Tra i fiori all'occhiello della Mole, le due retrospettive - il John Huston integrale, grazie alla collaborazione con la Cineteca di Bologna ("Non vogliamo esserne proprietari, piuttosto che quei film li veda più gente possibile") e Vitalij Kanevskij - nel segno della lotta ai tagli alla cultura: "Vogliamo essere più aggressivi e intelligenti contro le cose che non vanno: l'anno prossimo non so se ci sarò io, il festival di Torino, i festival e il cinema", commenta Amelio tra serio e faceto, strizzando l'occhio ad Alberto Barbera, direttore del Museo del Cinema.
Ma sul gradino più alto del podio stanno Clint Eastwood, con il suo Hereafter che chiuderà il festival in anteprima europea: "Non siamo stati noi i primi e i soli a chiederlo, ma viene qui: ringraziamo la Warner, Torino saprà dare al film la più grande visibilità", e John Boorman, di cui - ricorda Amelio - "scrissi che per una sola sequenza del suo Un tranquillo weekend di paura avrei dato tutti i mie film", che riceverà il Gran Premio Torino.
Ancora, il Rapporto confidenziale 2010 è dedicato all'horror, sotto l'ala protettiva di John Carpenter e del suo nuovo The Ward, e poi attenzione agli italiani: in concorso, Alessandro Piva con Henry, dal noir di Giovanni Mastrangelo e interpretato da Sassanelli, la Crescentini e Riondino; mentre fuori concorso (Festa mobile - Figure nel paesaggio) il collettivo Napoli 24, con altrettanti registi chiamati a interrogarsi sulla loro città, guest star Sorrentino e Pietro Marcello; Il pezzo mancante di Giovanni Piperno, focus sulla famiglia Agnelli; RCL - Ridotte capacità lavorative, con Paolo Rossi mattatore a Pomigliano.
Se per il cinema del reale ci sono Paesaggio con figure e Italiana.Doc ("La definizione di documentario va sempre più stretta", constata il curatore Davide Oberto), il TFF batte il tempo della sperimentazione con Onde, curata da Massimo Causo con Roberto Manassero, che, tra le altre cose, darà una vetrina privilegiata ai lavori di Massimo Bacigalupo. Infine, qualche numero - 234 titoli, 30 anteprime mondiali di cui 2 in concorso - e gli ospiti attesi: tra gli altri, Dario Argento, Saverio Costanzo, Boorman, Daniele Luchetti, Carlo Mazzacurati, Carlo Verdone, Barbora Bobulova, Marco Bellocchio, Joe. R. Lansdale, Gregg Araki, Michael Sheen, Michael Nyman e Giuseppe Bertolucci, che riceverà il premio alla carriera dell'Associazione Museo Nazionale del Cinema.