Ragazza acqua e sapone, costretta alla monotona vita di provincia, Alice si divide tra una famiglia che la ignora e un ragazzo che non la ama. Dalla sua parte la complicità degli amici - Sandro e Bianca - e quello che nessuno potrà toglierle mai, la capacità di sognare: “E' un racconto surreale, dove i personaggi sono vittime di piccoli incantesimi quotidiani”, dice Oreste Crisostomi presentando la sua opera prima, Alice, da venerdì in 50 sale distribuita da Medusa.
“Ho lavorato molto sulla fotografia, frutto di uno studio su Hopper e sul fotografo Gregory Crewdson”, prosegue il regista che è anche autore della sceneggiatura del film, per la quale si è ispirato all' Alice nel paese delle meraviglie di Carroll: “Lewis è entrato certamente nel film”, rivela. Crisostomi mira alto e insegue Aki Kaurismaki quando mette in scena l'impossibilità di comunicare. Evidente soprattutto nelle scene tra Carlo (Antonio Ianniello) e Alice (Camilla Ferranti), già nota in televisione con la fiction Incantesimo e per la prima volta sul grande schermo: “Interpreto un personaggio timoroso verso il mondo - dichiara l'attrice - che ha come punti di rifermento Sandro e Bianca”. Cameo di Catherine Spaak nel ruolo di una fioraia, ma di bucolico le sue dichiarazioni hanno poco: “Non vogliono più programmi come Harem. - è lo sfogo della Spaak - Vogliono programmi diversi da quelli che voglio fare io e così? hanno bocciato tutte le varie proposte che ho fatto nel corso degli ultimi anni".
Girato in 6 settimane Alice è costato 950.000 euro: "Un lavoro collettivo di grande responsabilità - spiega il regista - perché il film è finanziato con un fondo ministeriale di 600.000 euro”. Una favola impressionista dove i protagonisti vivono in un mondo naif: “Mi piace essere accostato ad Emmer, il mio film vuole criticare gli stilemi televisivi riproponendoli e omaggiare i caroselli”, conclude Crisostomi.