Pier Paolo Pasolini racconta Pier Paolo Pasolini. Questa l'idea alla base del bellissimo documentario La voce di Pasolini, presentato ieri sera in anteprima all'Auditorium di Roma. Dopo il successo de L'ultima sequenza dedicato a Federico Fellini, Mario Sesti rende omaggio al grande regista, scrittore e poeta italiano, a trent'anni dalla sua morte, con un'operazione del tutto inedita: per la prima volta, a parlare non sono le immagini ma le parole e la lingua di Pasolini. Prodotto da Nicola Giuliano e Francesca Cima, insieme alla Bim e alla Indigo Film, e realizzato a quattro mani con Matteo Cerami, La voce di Pasolini è insieme testo e immagini. Alla (straordinaria) voce fuori campo di Toni Servillo, che legge brani tratti dalle poesie, dai saggi o dalle interviste rilasciate dal regista di Il Vangelo secondo Matteo, Accattone e Mamma Roma, accosta immagini di repertorio ricavate dall'Archivio del Movimento Operaio, dalla Cineteca di Bologna e da filmini amatoriali dagli anni '30 ad oggi, che mostrano l'Italia degli anni '60, quella del tanto amato sotto-proletariato, ma anche quella dell'odiata borghesia. E ancora frammenti del suo ultimo film, mai realizzato, Porno Theo Kolossal, rievocato attraverso il ricorso all'animazione. Poche, e scelte con particolare cura, le immagini di Pasolini. Più che vederlo il regista lo si ascolta. Nel documentario viene per la prima volta utilizzata la registrazione in cui si sente Pasolini dettare il soggetto di Porno Theo Kolossal e conservata per tutti questi anni da alcuni suoi collaboratori dell'epoca. "Si leggono tante cose su Pasolini, molte più di quante se ne leggano tra quelle che lui ha scritto - spiega Mario Sesti -. Noi volevamo invece mettere al centro di tutto lo spettacolo della sua lingua, ricca, coltissima, emozionante e strabordante di idee". Per riuscire nell'impresa Sesti e Cerami hanno lavorato intensamente per oltre due mesi. "E' stato molto faticoso, ma il merito della scelta delle immagini utilizzate va a Matteo - continua il documentarista -. Per lui che ha appena 24 anni era più facile non dovendosi confrontare con un mito ed è riuscito a dare all'insieme una certa freschezza". La selezione è stata tuttavia guidata dalla volontà "di servirci di filmati e immagini non professionali, dai quali emergesse il carattere primitivo insito nelle stesse parole di Pasolini. Un po' l'equivalente del dialetto per una lingua" spiega Sesti. Dal filmato emerge anche l'elemento profetico delle parole del regista e non è un caso la decisione di inserire anche un riferimento alla contemporaneità con un'immagine della guerra in Iraq vista attraverso il mirino di una mitragliatrice aerea. "Abbiamo riflettuto a lungo sull'opportunità o meno di inserirla - spiega il documentarista -. E' senz'altro un'immagine forte, forse troppo forte, ma quello che volevamo comunicare è che, nonostante il trascorrere del tempo, lo sguardo di chi detiene il potere è sempre lo stesso". La voce di Pasolini farà ora il giro d'Italia dove sarà presentato a numerosi festival, ma i produttori già pensano a una vetrina internazionale come Berlino o il Sundance. "Il problema - dice Sesti - è che è difficile realizzare un'edizione straniera del documentario, che assolutamente non si presta ad essere sottotitolato". Confluirà invece tra gli extra del dvd il documentario su Salò che Sesti aveva inizialmente in progetto di realizzare. "Ci saranno anche foto inedite realizzare sul set  e testimonianze di esperti e collaboratori di Pasolini".