(Cinematografo.it/Adnkronos) - Cinque minuti di applausi e pubblico commosso all'anteprima romana di Nichi, il documentario diretto da Gianluca Arcopinto e incentrato sulla figura di Nichi Vendola, il nuovo presidente della Regione Puglia. "Questo film non è il racconto della campagna elettorale e della vittoria di Vendola, ma il ritratto di una persona e, come tale, un po' tendenzioso, ma sentito" ha spiegato Arcopinto che ha sviluppato per il grande schermo un'idea Alessandro Contessa. Nichi arriverà nelle sale il 6 maggio, distribuito dalla Pablo in 12 copie: 8 in Puglia e, le restanti 4, a Roma, Milano, Bologna e Firenze. "Dopo aver assistito al comizio d'apertura della campagna elettorale, alla Fiera del Levante di Bari, come tanta altra gente, mi sono commosso - ha raccontato ancora il regista e produttore - e ho sentito l'esigenza di raccontare una persona che aveva qualcosa di diverso rispetto agli altri. Nichi è una fiammella di speranza in questo Paese che rischia di andare alla deriva". Questo film "è un pezzo vero di cinema e mi stupisce che dentro ci sia io" ha detto Vendola che, al termine della proiezione, visibilmente commosso, ha poi aggiunto: "Bisogna continuare, ogni giorno, a tenere aperta la porta della politica intesa come colloquio. Non ci sono cose così difficili che non possa capire anche la persona più semplice. I sogni possono camminare solo alzando il livello della democrazia". Il film è costruito come una lunga intervista al neo-presidente pugliese, inframmezzata da alcune immagini della sua campagna elettorale e da immagini di repertorio, tra le quali, in apertura, quelle dell'ultimo comizio, a Padova, di Enrico Berlinguer. "Un politico con il coraggio dell'inattualità - come lo definisce Vendola nel film - che tira fuori il linguaggio della vita, del dolore e della speranza". Vendola parla anche del suo rapporto con il Pci ("E' stato come la casa in cui sono nato, come il liceo che ho frequentato, scuola dell'incivilimento di una parte d'Italia"; "Nel partito sono sempre stato trasgressivo e dissidente, volevo cambiare tutto, ma senza ucciderlo"). In Nichi c'è anche un ricordo di Pier Paolo Pasolini, di cui Vendola legge la poesia La scavatrice. "E' stato il più delicato e aspro interprete della difficoltà di coniugare storia e poesia" dice di lui Vendola. Spazio anche alle battaglie alla Fiat di Melfi. "Senza Melfi e la sua battaglia contro la subordinazione totale della classe operaia, non ci sarei stato neanche io - spiega Vendola nel film -. Per me il lavoro va inteso come civiltà e comunità, non come una persona sola di fronte al mondo del lavoro. Voglio sconfiggere l'Italia della precarietà e della solitudine. Sono colpevole e recidivo del reato dei sogni. Credo che le persone siano più importanti delle merci, e la vita più del denaro". Per quanto riguarda la devolution e l'impatto che può avere su una regione come la Puglia, Vendola ha detto: "E' stata un pugno nello stomaco della storia italiana, bocciata dal popolo italiano alle regionali e seppellita dal protagonismo del nuovo Mezzogiorno". Tra un mese e mezzo, il film sarà "disponibile in dvd, distribuito forse con un quotidiano" ha spiegato Arcopinto.