In occasione dell'uscita il 28 ottobre in 400 copie di Johnny English - La rinascita, il protagonista Rowan Atkinson arriva a Roma mescolando, come il suo personaggio di spia, charme britannico e umorismo: ecco cosa dice del rapporto tra il suo film e il mondo di James Bond: “Il mondo di 007 è lo stesso di English, e oggi di Jason Bourne. Che quest'anno non ci siano né film dell'uno né dell'altro a farci concorrenza è un bene; e se loro diventano più seri noi possiamo diventare più comici”.
Atkinson racconta il nuovo film, spiegando l'evoluzione del personaggio: “Johnny è più credibile di quel Superman di James Bond, è più umano, più sfortunato e deve lottare tanto per dimostrare di essere una brava spia. Questo film è migliore del precedente e Johnny è diventato un personaggio a tutto tondo, un uomo normale che si crede superiore ma che coi suoi difetti scatena la risata. Più che una parodia, abbiamo realizzato un thriller comico con una storia ricca e un grande cast”.
Atkinson poi si concentra sul suo lavoro e il rapporto coi personaggi: “La natura del mestiere dell'attore è collaborare con tutta la troupe per raccontare al meglio la storia: parlando con altri colleghi più esibizionisti, mi sono accorto che voler essere sempre il migliore non aiuta il nostro lavoro”; e sul debito coi film della spia più famosa del mondo si dice più vicino al genere Connery/Brosnan, solo che non è adeguato: “James Bond è un'ispirazione per tutti i ragazzi e gli uomini e anche Johnny English trae ispirazione, ma senza troppa fortuna”.
Ma Atkinson ha mai pensato di fare il cattivo? “Come inglese, a Hollywood, è facile essere chiamato a fare il cattivo, ma coi personaggi per cui sono famoso è difficile essere preso sul serio. Nella prima stesura del vecchio Johnny English, io dovevo essere anche il cugino cattivo di Johnny, ma la sfida tecnica m'innervosiva, non sono come Austin Powers. Ormai ho accettato il fatto di essere riconosciuto come Mr.Bean”. E Mr.Bean, dichiara l'attore, era come ero io a dieci anni, “ora spero di avere solo i lati buoni di English”.
Atkinson riflette sulla crisi globale e sul ruolo del cinema: “Dovendo tagliare le spese, il cinema e l'intrattenimento sono tra le ultime cose che vengono tagliate: certo, il mio compito non è quello di rendere felici le persone a tutti i costi, ma se sorridono grazie ai miei film ne sono felice”. Non poteva mancare la parentesi automobilistica, essendo Atkinson un appassionato di motori che per la sua passione ha anche rischiato la vita: “Nel film sono stato felice di guidare tanto la Rolls Royce modificata, che abbiamo preferito a una più abusata Aston Martin, quanto la sedia a rotelle con motore; andava solo a 60 al'ora, ma vi assicuro che da sopra sembrava velocissima. E comunque, per godersi un'automobile come si deve, magari con una guida un po' leggera e spensierata, non c'è niente di meglio che l'Italia”. Una frecciata di buon gusto, quanto meno.