"Cristoforo Colombo è italiano per gli italiani, è spagnolo per gli spagnoli e adesso è portoghese per i portoghesi". Così il 99enne Manoel de Oliveira, il più anziano regista in attività, parla del suo Cristoforo Colombo - L'enigma, che passa oggi fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia: storia del viaggio di un medico portoghese alla ricerca delle origini del famoso esploratore, che lo porta alla conclusione che in realtà non fosse nato a Genova, né in Spagna, ma in un paesino portoghese che si chiama Cuba. Secondo il regista, che ha basato il suo film sul recente romanzo Cristoforo Colombo era portoghese di Manuel Luciano da Silva, è proprio "l'esistenza di soli due luoghi al mondo chiamati Cuba" a spiegare la soluzione dell'enigma: "Trovo convincente -dice de Oliveira- il fatto che lui sia nato in un paesino chiamato Cuba e che quindi, giunto nelle Antille, abbia chiamato Cuba l'isola più grande". "L'intento di questo film - chiarisce comunque l'anziano registra - non è quello di essere accurato dal punto di vista scientifico, storico e biografico. E' piuttosto un resoconto romanzato di quelle magnifiche imprese che sono state le scoperte marittime portoghesi. Ed è normale che tutti abbiano interesse a portare verso di sé la gloria di queste imprese. Io sono portoghese e il mio primo impulso è di difendere l'idea che Colombo sia portoghese".
Nel film il regista, che è anche attore insieme alla moglie Maria Isabel de Oliveira, accenna anche alla possibilità di un risolutivo test del Dna, per accertare l'identità del grande esploratore. "Solo la ricerca sul Dna potrebbe chiarire con certezza - sottolinea infatti - chi fosse Colombo. Ma la difficoltà è trovare anche solo un frammento dei resti mortali di un suo parente". Il film è girato, tra Stati Uniti e Portogallo, tutto in digitale HD: "nonostante la mia età -scherza- non ho avuto nessun problema con questa nuova tecnologia perchè le difficoltà semmai ricadevano sui tecnici. Anzi, dal mio punto di vista, è un modo per poter fare più cose. Per rendere, ad esempio, il mare più blu o meno blu senza alcuna difficoltà". Il regista semmai individua nei finanziamenti residui le difficoltà del film: "avevamo un budget molto ridotto ed è stato possibile realizzare e finire la pellicola solo grazie agli sforzi del produttore Francois D'Artemare e grazie al contributo del ministero e della rete televisiva Arte. è sempre più difficile- aggiunge il regista- trovare i soldi per film come i miei, anche perchè oggi i produttori non vogliono più rischiare i loro soldi e nemmeno quelli delle banche. Ma come prevedere se un film andrà bene? Anche questo è un enigma ...", conclude il regista che conferma di avere diversi progetti per il futuro compreso un film sulla "Ronda di notte" di Rembrandt, proprio come il suo collega Peter Greenaway.