“Sono molto orgoglioso di aver dato l'idea, ma ora è un'opera d'arte di Scorsese”. Così lo scrittore americano Brian Selznick, autore del bestseller La straordinaria avventura di Hugo Cabret (Mondadori), che ha dato il la a Hugo Cabret diretto dal regista italoamericano e oggi in “assaggio” (20') al Festival di Roma.
“Primo libro in cui sono le parole a illustrare le immagini”, è nato - dice Selznick - quale “libro tradizionale, nonostante non abbia nulla contro gli e-book: amo la tecnologia, anche se nel mio romanzo è limitata: si può solo aprirlo e girare le pagine”. Ma come è stato portato sullo schermo? “Il 3D e gli effetti speciali sono come non li avete mai visti, ma ha detto Scorsese da soli nulla avrebbero potuto se il protagonista Asa Butterfield non fosse riuscito a farci amare, prendere a cuore il suo Hugo, rendendoci parte del percorso emotivo del ragazzo”.
Non solo Martin, tutti “hanno tratto ispirazione dal libro: lo scenografo Dante Ferretti aveva tre gigantografie delle mie illustrazioni appese sulla porta del suo studio”. Un libro - prosegue lo scrittore, che a febbraio con Mondadori porterà in libreria il nuovo La stanza delle meraviglie - con “due storie diverse, una affidata al testo, l'altra alle immagini, e separate da 50 anni, che alla fine si uniscono”. Non resta che rivelare, all'autore classe '66, le sue ispirazioni, ovvero il Michael Chabon de Le fantastiche avventure di Kavalier & Clay e il Maurice Sendak di Nel paese delle creature selvagge, e mettere pace tra cinema e letteratura: “Gli adattamenti ci sono sempre stati, anche Le voyage dans la lune di Méliès (riferimento fondamentale nel suo Hugo, NdR) veniva dal teatro. E ci saranno sempre cattivi film e cattivi romanzi, come quelli buoni”.