Uno riempie gli stadi, l'altro era BrandNew per Mtv, tutti e due sono passati dietro la macchina da presa: ora, uno esordisce da attore, l'altro in formato fiction, entrambi senza paura. Luciano Ligabue è il frontman di Niente paura di Piergiorgio Gay, regista convinto che “la musica popolare può raccontare l'Italia”. D'altronde, il Liga è quello che chiude i concerti con “la buona notte a tutti quelli che vivono in questo Paese ma che non si sentono in affitto, perché questo paese è di chi lo abita e non di chi lo governa” e Bim lo porterà in sala il 10 settembre dopo l'anteprima veneziana, con un documentario che interroga la meglio Italia - da don Ciotti a Stefano Rodotà, da Giovanni Soldini a Carlo Verdone - e la lega alle sue “canzoni e memoria, memoria personale e memoria collettiva”.
Viceversa, dopoBianciardi!, Massimo Coppola torna in Laguna alla SIC con Hai paura del buio (altro Bim): affermazione, non domanda, per le due donne protagoniste, una rumena, l'altra italiana, accorciate dalla condizione (post) operaia e dall'anello che non tiene oggi, quello rugginoso dell'identità, migrante o (in)stabile che sia. Coppola le tallona, senza chiedere troppo: la risposta che cerca sono le domande, ineludibili. Così, gli replica Gay: “Inquadro i rappresentanti di un'Italia che mi piace, quella che non cede alla paura. Il filo rosso è “continuiamo a sognare””. Altro che paura del buio