Al terzo film di fila con il Liam Neeson scopertosi eroe action, il regista di Unknown - Senza identità e Non-Stop (ma anche di Orphan) racconta le difficoltà di girare nella Grande Mela, ma anche del suo rapporto ambiguo con il genere e con i limiti che pone. Lo seguiamo nel Queens per le riprese della scena più importante di Run All Night – Una notte per sopravvivere, in uscita il 30 aprile.

Di nuovo con Liam Neeson, come nasce questa nuova avventura?

Insieme alla Warner Bros. volevamo fare da tempo questo film. C'è voluto un po' perché ero impegnato nella produzione di Non-Stop, ma poi con Liam ci siamo tuffati direttamente in quella di Run All Night.

Siete davvero così uniti?

A questo punto c'è completa fiducia. Ma parliamo di uno splendido attore, in grado di recitare qualsiasi cosa. Può imparare una scena di cinque pagine di dialoghi come anche le fasi dell'azione che dobbiamo girare, a me basta puntare la macchina da presa su di lui.

E in questo caso, di che cosa si tratta?

È un film molto emozionante, diverso dai tanti action che offre oggi il mercato. Anche perché è incentrato sulla relazione padre-figlio, sul perdono e sulla comprensione.

Hai dovuto cambiare qualcosa o era sempre stato questo il focus?

Quando sono arrivato lo script era perfetto da un punto di vista delle emozioni, ma forse non c'era tensione nei punti giusti. Per essere un film così asciutto, la gente si fermava e parlava troppo. Di base, le scene sono rimaste all’80% le stesse di quelle che erano in origine, magari riposizionate in diversi punti della vicenda. Abbiamo tolto e aggiunto un paio di cose alla drammatizzazione, specialmente nel secondo atto, tanto per esser sicuri di creare la tensione necessaria.

Per farlo ti sei ispirato a qualche altro film di genere?

Non faccio mai ricerche su altri film. Ho studiato la mafia di New York e le varie famiglie, cosa è successo negli anni '80 e nei primi '90, quando quelle gang di fatto si dissolsero a causa di alcuni pentiti. Ma poi ho cercato di creare una linea narrativa credibile su delle basi reali.

Continua a divertirti girare film action?

Mi piace, ma quello che mi piace di più son sempre i dialoghi. Vedendo il film prendere vita attraverso i personaggi a volte rimango rapito dalla scena e mi dimentico di dare lo stop. Di certo l'action richiede più tempo per la sua preparazione e questo mi rende nervoso. Anche perché spesso puoi fare solo una o due riprese di certe scene. Come è stato in questo caso. È noioso ed eccitante insieme.

Una scena molto importante del film è quella dello schianto sul banco dei pegni, avevate un piano B in caso di problemi?

È la più importante. E no, non avevamo un piano B. È tutto talmente pianificato che nulla deve andare storto. Abbiamo costruito un intero negozio per la scena e per fortuna è andato tutto liscio. Ma se la macchina avesse colpito uno dei due pilastri che lo sostenevano – e uno lo ha mancato davvero di poco – avremmo dovuto pensare a una alternativa. Probabilmente avrei fatto un primo piano su Liam e avrei risolto tutto!

Nessun problema, quindi, durante le riprese?

Più che il rumore, nelle riprese nella metro, il difficile è stato girare con la gente comune che veniva fuori dai vagoni e si trovava di fronte Neeson. Ma il problema principale è stato il traffico: New York non aspetta nessuno.