Più che il regista di Ruggine, Gaglianone sembra essere il lettore entusiasta del romanzo di Stefano Massaron, opera da cui è tratto il film che ha portato alle Giornate degli Autori. Nostalgico quando ricorda la lingua che risuonava nei luoghi dell'infanzia, che "mi ha fatto sentire un po' a casa. Come i bambini della storia mi sono trasferito a 5 anni al Nord. Mi ricordo quello strano italiano influenzato dal dialetto". Ma Ruggine non è solo elegia. E' una storia tremenda di violenza, la peggiore immaginabile: quella degli adulti sui bambini: "Da sempre sono interessato - dice il regista - dall'incontro con il male". Un male declinato stavolta secondo le modalità della fiaba, forma indispensabile per restituire la prospettiva dell'infanzia e per dare al male stesso "una caratterizzazione metafisica".
Il male in Ruggine si incarna nel personaggio di Filippo Timi, il quale è riuscito quasi naturalmente a infondere al dottor Boldrini una presenza scenica molto forte. A Gaglianone non interessava nascondere il cattivo, "fare il giochetto narrativo della falsa pista". Anzi, nello scegliere come personaggio complementare a quello del pedofilo l'automobile - spazio che racchiude nel suo ventre-abitacolo il vuoto dei sedili posteriori destinati ai bambini - ci segnala un secondo sguardo, "che a volte Boldrini avverte dietro di sé quando è solo". Il cattivo allora non è solo metafora, ma pure materia degli occhi che insistono sul male, un male "che vince comunque, gli basta fare capolino". E sulla scelta di slittare dal passato al presente della narrazione senza segni d'interpunzione o marche enunciative, Gaglianone afferma l'esigenza di non instaurare "rapporti di dipendenza tra ieri eoggi, perché per i personaggi sono la stessa cosa. C'è solo un'impercettibile distanza in cui pian piano emerge il fantasma".
Per quanto riguarda Filippo Timi, che ha scelto d'interpretare un ruolo che non molti attori accetterebbero di fare, l'attore dichiara di essersi affidato al regista "come ci si affida a Dio". Non ha nascosto di essere affascinato da personaggi così lontani dalla sua personalità, perché sono loro che ti consentono "di sviluppare la sensibilità e di ampliarla". Nella vita però Timi giura di amare i bambini e si diverte nel mettersi al loro livello con le sue doti di "idiozia e ludicità". Oltre a Filippo Timi, nel cast di Ruggine figurano Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea e Valeria Solarino.