"Un film nato per caso". Vito Zagarrio definisce così il suo nuovo lavoro, Dalla Siberia con amore, docudrama sul viaggio che il regista italiano ha compiuto "ai confini dell'Occidente" due anni or sono. "Ero partito con l'intenzione di filmare il backstage del festival "Autunno sull'Amur", a Blagoveschensk, dove avrei presentato Tre giorni d'anarchia. Invece ho finito per girare un documentario sul viaggio stesso". Il cuore del film, "un cuore conradiano" precisa il suo autore, è proprio l'itinerario geografico ed esistenziale che Zagarrio e la sua troupe hanno percorso all'interno della Siberia post-comunista. "Un cammino metafisico - dice il regista di Bonus Malus - a cui ha preso parte anche una compagnia di giro del teatro e del cinema russo", la stessa che ha arricchito il tutto di sfumature particolari, talvolta penose: "Uno degli attori è morto durante il viaggio, in seguito a un incidente stradale. L'ho filmato e così il documentario si è trasformato in riflessione sul dolore e l'inanità della vita". Carismatica la presenza nel film di una ballerina russa: "Una danzatrice paraplegica, capace di ballare sulla sedia a rotelle. Un'autentica libellula dalle ali spezzate". Dalla Siberia con amore, girato interamente in mini dv, è per adesso un work in progress. Aspetta ancora il montaggio definitivo ("Ho 15 ore di girato"), ma è già disponibile in un'anteprima di 35 minuti che verrà mostrata al Santa Marinella Film Festival il prossimo 27 luglio. Sui futuri impegni professionali Zagarrio non si sbilancia: "Sto lavorando all'adattamento di un romanzo di un'autrice che amo molto, Isabella Santacroce. Voglio fare un film sul desiderio femminile, da girare in digitale. Ma al momento non posso dire di più".