Marco Bellocchio, Leone alla carriera 2011, inizierà a gennaio le riprese di Bella Addormentata: "Sarà un film corale - spiega - con tre episodi e una decina di protagonisti". Racconterà il "dramma tutto italiano" di Eluana Englaro. Anche se Bellocchio - prescisa il regista alla masterclass tenuta stamattina al Festival di Roma, nell'ambito di Cinecampus - è nato "a Londra", artisticamente parlando. Il suo primo film, I pugni in tasca, l'ha scritto là. Un soggiorno di due anni che gli è servito a "sprovincializzarsi" mentre andava "all'Albert Hall a sentire Pollini piuttosto che i Beatles". E, con altrettanto candore, ammette: "Il finanziamento per quel film l'ho ottenuto perché ero di famiglia borghese". Da privilegiato, ottenne un prestito di 20 milioni di lire: non era poco nel 1965. Da allora molto è cambiato, tanto che nel 2010 esce con un film a costo zero, Sorelle mai. Girato durante i corsi estivi che Bellocchio tiene a Bobbio, la pellicola ha incassato 300 mila euro. Per esperienza sostiene che: "Una buona idea ti spinge subito a pensare se avrai i soldi per realizzarla. Più è complicata l'idea, più devi rivedere al ribasso i costi del film". Fin dagli esordi il regista ha cercato "l'armonia tra fare un film, quel che si desidera effettivamente rappresentare e i mezzi per realizzarlo". Etica da homo oeconomicus e prassi hobbesiana: nello scontro con la produzione opta sempre per "il corpo a corpo, sapendo che puoi sempre sacrificare qualcosa". Sui giovani registi dice che "sono troppi, ci vorrebbe un censimento. In loro vedo poco idealismo e pragmatismo ingenuo". Ma non generalizza: "Ci sono quelli che vogliono essere presenti, che fanno serial e li mettono in rete". Un solo disappunto professionale: Italia mia, progetto insabbiato per problemi economici e politici: "Se lo scenario cambierà si potrà realizzare in una forma più libera e distaccata dal presente".