Si ispira a una storia vera La guerra di Mario, il film diretto da Antonio Capuano che arriva finalmente in sala (il 3 marzo) dopo essere stato ingiustamente ignorato dalla Mostra del Cinema di Venezia e dalla giuria del Festival di Locarno. Protagonisti della vicenda narrata sono Giulia, una donna che decide di adottare un bambino "difficile", e quest'ultimo, Mario, sottratto dal Tribunale dei Minori a una madre snaturata e assolutamente incapace di prendersi cura di lui. A interpretare i due ruoli un'intensa e brava Valeria Golino e un piccolo attore esordiente, Marco Grieco. Con loro anche Andrea Renzi (nel ruolo del marito di Giulia), la sorprendente Rosaria De Cicco (è la madre naturale di Mario) e Anita Caprioli (un'assistente sociale). "Tutto quello che racconto nel film è accaduto realmente - spiega il regista - ma non ho fatto La guerra di Mario con un intento pedagogico o sociologico. Quello che m'interessava era riuscire a riportare sul grande schermo l'esperienza realmente vissuta da una mia amica e le sensazioni, le emozioni e le paure che mi ha trasmesso". Non è la prima volta che la Golino recita nel ruolo di una mamma, indimenticabile la sua interpretazione in Respiro, "ma la differenza tra questa volta e le precedenti è che è molto più difficile fare una mamma che deve farsi voler bene da un bambino che non le appartiene, come direbbe Mario. E' vero Giulia non è la sua vera mamma e commette anche tanti errori, per cui alla fine le verrà anche rifiutato il nulla osta per l'adozione, ma sa essere molto più madre di tutte le madri naturali che ho interpretato fino ad oggi". In rapporto al suo personaggio l'attrice dice: "Giulia è sicuramente più estrema di me, sia per quello che dice che per il modo in cui ama, io non ho tante sovrastrutture, però mi sento anche meno libera dentro". Quello tra Giulia e Mario è un rapporto tutt'altro che facile, a complicare le cose è anche la diversa estrazione sociale dei due protagonisti: Giulia è una professoressa, una borghese e vive in uno dei quartieri più agiati di Napoli, Mario è cresciuto in periferia, in una delle zone più degradate della città. "Racconto lo scontro-incontro tra due diverse classi sociali perché la vita è fatta così e anche perché, semplicemente, i personaggi del mio film si rifanno fedelmente ai protagonisti reali della vicenda". E vere sono anche le "fantasie" di Mario che il regista ha affidato a una voce fuori campo: "Sono frasi tratte dalle testimonianze rese da bambini africani che hanno fatto la guerra, racconti atroci trovati su Internet e sui giornali, nei quali piccoli dell'età di Mario ammettono anche di aver ucciso delle persone". Prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci e dalla Indigo Film di Nicola Giuliano, La guerra di Mario è costato appena un milione di euro, "ma questo - chiarisce Procacci - non ne fa un piccolo film, ma un grande film realizzato con un piccolo budget".