Nostra signora dei merletti è tornata. Keira Knightley è la bella e tormentata Georgiana Spencer, settecentesca antenata di Lady D, ne La Duchessa di Saul Dibb, che porta il romanticismo sotto l'albero, in uscita domani con Bim.
Tratto dal libro di Amanda Foreman, il biopic offre un ovvio parallelo con la vita di Diana ma anche di Marilyn Monroe, in riferimento alla celebrità e ai vignettisti che seguivano Georgiana come oggi i paparazzi, e, perché no, pure della Knightley, gelosissima della propria privacy.
Costruito sul ménage à quatre tra Georgiana, il marito Duca e despota Ralph Fiennes, la sua amica Hayley Atweel, e la sua passione proibita Dominic Cooper, il film è tutto sulle esili spalle di Keira, che pure non deve aver fatto molto fatica.
Classe 1985, primo successo con Sognando Beckham, consacrazione con la trilogia Pirati dei Caraibi, il piacere maggiore finora l'ha trovato proprio nelle trasposizioni in costume: l'unica nomination agli Oscar è venuta dalla "Lizzie" di Orgoglio e pregiudizio, prima collaborazione con Joe Wright, dietro la macchina da presa anche nell'Espiazione da Ian McEwan.
Corsi e ricorsi cine-letterari, che non si fermano qui: in carnet, anche il dimenticabile Seta da Baricco e The Edge of Love (passato al Torino Film Festival), biopic di Dylan Thomas, il più pazzo e alcolizzato dei poeti inglesi, nel quale Keira affianca l'altra skinny diva Sienna Miller, rivelando sorprendenti doti canore: "Non sono mai stata così spaventata in vita mia, sicuramente non diventerò una rockstar!". Per fortuna, c'è il cinema...