La crisi c'è, ma il cinema non la sente. Pressoché invariato il numero di biglietti staccati in Italia nel 2009 (dal primo gennaio al 22 novembre) rispetto all'anno precedente (82.804.380 contro 83.151.857 nel 2008, con un decremento dello 0,42%), a fronte però di maggiori ricavi: 517.129.518 di euro incassati nel 2009, 493.228.737 euro nel 2008. Una crescita del 4,85%.
"Non è andata male - dichiara Paolo Protti, Presidente dell'ANEC - grazie soprattutto ai film in 3D. Ciò incoraggia l'esercizio a impegnarsi nell'ammodernamento tecnologico delle sale che già ci vede ai primissimi posti in Europa". Un processo di transizione che sarà favorito, aggiunge Protti, "dall'introduzione del tax shelter e dalla cooperazione tra esercenti e distribuzione". Non a caso i primi due film nella top 30 degli incassi sono prodotti d'animazione in formato tridimensionale: L'era glaciale 3 della Fox (29.684.288 euro) e Madagascar 2 della Universal (25.091.930 euro). E che le sale di maggior richiamo siano i multiplex, le uniche a crescere di numero di fronte al calo vertiginoso dell'esercizio monosala (577 contro le 612 dello scorso anno: - 35 strutture) e quello più contenuto dei multicinema, ovvero le strutture dai cinque schermi in su (passate dalle 404 del 2008 alle 399 di quest'anno): "Il settore multiplex - commenta Carlo Bernaschi, Presidente dell'ANEM - è stato in grado pur in un anno difficile di dare risposte adeguate riuscendo, soprattutto grazie alle nuove tecnologie, a mantenere incassi e presenze". Bernaschi ribadisce però che "una più accorta pianificazione dei film eviterebbe l'uscita contemporanea di 8, a volte 10 film a settimana; questo permetterebbe una più lunga presenza nelle sale ed il completarsi delle economie tipiche delle strutture plurischermo".
Il tracollo invece dei monosala, i tradizionali "cinema di città", sono stati una sciagura soprattutto per il prodotto made in Italy. A parte il cinepanettone Filmauro (Natale a Rio è terzo in classifica degli incassi con 24.678.792 euro), che sembra non conoscere né cambiamenti di moda né crisi, la produzione nazionale registra un calo netto nella quota di mercato: meno sei per cento in un anno, con una flessione del suo pubblico di circa il 20%. Secondo Riccardo Tozzi, Presidente Produttori ANICA, alla base dell'insuccesso ci sarebbero tre fattori: "Il principale connesso indubbiamente alla struttura del circuito. Tre anni fa il 60% dell'incasso totale si realizzava nelle sale urbane e il 40 nelle multiplex. Oggi la proporzione è praticamente invertita. Ciò significa che è diminuito il pubblico adulto metropolitano a prevalenza femminile, fruitore modello del cinema italiano, mentre è cresciuto il pubblico giovanile periferico a prevalenza maschile, spettatore tipico del blockbuster americano; un secondo fattore è l'oggettiva crescita di appeal della produzione statunitense, che sta esprimendo una nuova vitalità, tecnologica (3D) e stilistica; il che chiama in causa il terzo fattore, sui cui bisognerebbe avviare una riflessione: l'esaurirsi della spinta propulsiva del cinema italiano che aveva saputo rinnovarsi alla fine degli anni '90. Quei modelli espressivi sono logori, il realismo non tira più, andrebbero rinnovati i suoi linguaggi".
A questi tre fattori Protti ne aggiunge un quarto: "Le strategie di marketing, del tutto obsolete". Dimenticano di citare però il fenomeno della pirateria che - dati Univideo - erode il 25% annuo del fatturato totale dell'audiovisivo. Se ne parlerà alla 32ma edizione delle Giornate di Sorrento (30 novembre-4 dicembre), il tradizionale incontro dell'industria cinematografica nazionale, nel corso del quale verranno presentati anche i film della prossima stagione e assegnati i Biglietti d'Oro 2009. Un programma fitto, costellato da alcune importanti anteprime, come l'atteso La principessa e il ranocchio, nuovo cartoon della Disney, e l'italiano La fisica dell'acqua (della neonata casa di distribuzione Irisfilm), un thriller diretto da Felice Farina e interpretato da Claudio Amendola e Paola Cortellesi.