"Ho dovuto imparare cos'è il doppiaggio. Un lavoro difficile ma divertente, e soprattutto un'esperienza straordinaria". Così Antonella Clerici spiega come si è destreggiata nel dare voce alla principessina griffata protagonista di Biancaneve e gli 007 nani, il film d'animazione che sarà distribuito in 150 copie da Eagle Pictures a partire dal 2 ottobre. Una pellicola che tenta di inserirsi nella scia di Shrek, mischiando un po' di favole e trasformando la sua eroina in una specie di Paris Hilton del mondo fatato, viziata e bisognosa di una sonora lezione di altruismo. "Mi sono sempre sentita un pò come un cartone animato, e ho cercato di trasferire in tv il mio lato infantile, quindi mi sono trovata bene in questo mondo", ha spiegato la presentatrice, che assicura di portare a breve "la sua parte bambina" anche sul palco dell'Ariston, ma non di nuovo sul grande schermo. “Non ho assolutamente nessuna intenzione di far l'attrice - garantisce la Clerici - forse potrei fare in futuro una sitcom in cui interpreto me stessa, una cosa ironica. Ho molto rispetto per il lavoro degli attori, sono dei grandi professionisti, così come i conduttori, e penso che non si possano fare entrambe le cose a meno che non si abbia un talento enorme di cui non penso di essere dotata". Diverso invece il percorso di Jerry Calà che, al contrario della collega, dichiara di aver partecipato al progetto per amicizia: "Odio il doppiaggio. Quando negli anni '80 finì la colonna guida, esultai. Vanzina mi chiamava il "Signore degli Anelli", perché ci mettevo tantissimo a finire un anello di scene da doppiare". Alla fine, però, anche lui è stato coinvolto in Biancaneve e gli 007 nani: "mi divertiva l'idea che lo Specchio Magico parlasse con la mia voce e tirasse fuori le mie vecchie battute come 'Libidine, doppia libidine!'. Anzi, per il prossimo cartone spero di avere una parte più lunga”. E poi, assicura Calà, questo film è molto meglio "di quelli che mi portavano a vedere da piccolo. Dopo Bambi ho avuto un'angoscia pazzesca e la febbre a 40 per una settimana. Questo invece è una specie di Disaster cartoon”. Se il navigato attore comico ha apprezzato il lato ironico della storia, Antonella Clerici è però rimasta più affascinata da quello romantico ed educativo. "Si parla della riscoperta di valori autentici, delle cose che contano davvero", ed è una qualità importante in un panorama mediatico dove "c'è così tanta offerta di programmi per i minori, che bisogna vigilare di più e stare più attenti. In fondo è compito dei genitori che i bambini rimangano bambini".