"Basta con la violenza. Dal prossimo film cambio tutto". E' il Kitano della svolta, alla Mostra del Cinema per accompagnare in concorso l'autobiografico Takeshis. Biondo platino come suo solito, il regista e attore di Zatoichi, Hana-Bi e Dolls risponde alla stampa scherzando e invitando a sdrammatizzare. "Mi spiace per gli spettatori che pagheranno il biglietto - dice - questa volta so che potrei deluderli. C'è amarezza, dolore, ma non cercateci significati tanto profondi. Va preso per quello che è: soltanto un film". Dopo una breve presentazione del direttore della Mostra Marco Muller, Kitano riceve dal presidente Davide Croff un vaso di Murano offerto dalla Biennale e poi parla di Takeshis' come di un bilancio personale: "E' una summa della mia cinematografia - spiega -, un momento di riflessione dal quale ripartire per cambiare tutto". La svolta, dice, sarà soprattutto una sfida a se stesso. "Sono stufo di yakuza e di violenza. Dal prossimo film mi dedicherò alla comicità, alla pace e alle donne". In Takeshis, onirico omaggio alla sua carriera d'attore, Kitano si sdoppia con dolore nel celebre Beat Takeshi e nel suo alter ego più sfortunato. Vite opposte e parallele si confondono con omaggi ai suoi precedenti film, in un collage di grande autoironia che ricorda molto 8 e mezzo. "Fellini? - risponde Kitano con un paradosso -. Anche se non capisco i suoi film, è uno dei miei registi preferiti insieme a Godard". Parola poi al produttore Masayuki Mori, che spiega i retroscena dell'arrivo a sorpresa del film: "La Biennale ha manifestato il suo interesse per Takeshis a Cannes, ma stavamo ancora girando e non sapevamo se ce l'avremmo fatta. Alla scadenza per la presentazione della copia, ne abbiamo inviata una provvisoria e soltanto in extremis siamo riusciti a consegnare quella definitiva".