(Cinematografo.it/Adnkronos) - Un thriller ad alta quota dal sapore hitchcockiano e claustrofobico. E' Flightplan, il film campione d'incassi in Usa che esce in Italia il prossimo 4 novembre e per il quale è arrivata  Roma la protagonista Jodie Foster. Diretto da Robert Schwentke, Flightplan racconta la storia di una donna che mentre si trova in volo da Berlino a New York assiste alla misteriosa scomparsa della sua bambina. Già provata dalla morte del marito, Kyle Pratt (questo il nome della protagonista) inizia una ricerca disperata all'interno dell'aeroplano. "Questo film mi ha toccata nel profondo - spiega l'attrice - come madre so cosa si prova quando si perdono di vista i propri figli, quella sensazione che ti prende allo stomaco, il cuore che sembra precipitare". Sono passati tre anni da quando la  Foster lottava contro un gruppo di malviventi per salvare un'altra figlia in Panic Room. "Il film precedente era molto più visivo di questo, qui il tono e l'emozione del racconto sono dati dalle sensazioni di volta in volta vissute dalla donna" spiega ancora l'attrice.  Il ruolo da lei interpretato era stato inizialmente pensato per un uomo, "ma quando il mio agente ha letto il copione - continua la Foster - ha avuto l'idea di trasformare il personaggio in una donna. Questo rendeva la situazione narrata più credibile, perché è più facile che una donna venga considerata un'isterica, si tratta quasi di un profilo di genere, come per l'arabo visto come terrorista". Ad eccezione di un cammeo in Una lunga domenica di passioni di Jeunet, la Foster mancava dal grande schermo dal 2002. "Col passare del tempo ho imparato ad evitare i registi mediocri" dice. Quanto al futuro, nonostante sia naufragato, almeno per il momento il progetto Flora Plum, storia d'amore tra una giovane donna e un artista del circo ("Ci ho lavorato per circa otto anni e per ben tre volte sono stata vicina a realizzarlo, ma hanno bloccato tutto, la prima volta a sole due settimane dalle riprese"), l'attrice non rinuncia all'idea di dirigere un film tutto suo: "In questo momento mi sto occupando di un lungometraggio sugli emigranti giamaicani intitolato Sugarland, lo girerò e interpreterò assieme a Robert De Niro". Ha invece terminato da poco le riprese di Inside Man di Spike Lee, con Denzel Washington e  Clive Owen. L'ultima battuta è per ricordare Sergio Citti, con il quale aveva lavorato in Casotto nel 1977: "Mi ha rattristato molto la notizia della sua morte - dice -. Ho bellissimi ricordi di lui, sorrideva, urlava, cantava addirittura. I vostri registi hanno strane abitudini sul set, Citti mi parlava e gridava mentre io tentavo di dire le battute".